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Popolazione in fuga dalla città di Marawi

9 Giugno 2017

“Da quando sono esplose le violenze il 23 di maggio, è cominciato un massiccio esodo di persone da Marawi verso Iligan. C’è chi ha camminato per i 30 km che separano le due città, pur di andarsene,” racconta Javad Amoozegar, Direttore Paese di Azione contro la Fame in Filippine. “I centri di accoglienza temporanei nella città di Iligan, che accoglie la maggior parte degli sfollati interni, hanno appena le capacità per gestire tutte le persone arrivate e le provviste di alimenti potrebbero esaurirsi nelle prossime settimane”.

Degli oltre 227 000 sfollati interni, almeno 17 000 hanno dovuto rifugiarsi in trenta centri di evacuazione temporanei, come campi sportivi o scuole, privi di installazioni sanitarie adeguate. Secondo alcune fonti locali gli sfollati in queste condizioni sarebbero 38.000 e il 70% delle famiglie sfollate non hanno entrate per mantenersi e dipendono dagli aiuti umanitari.

Aiuti di emergenza agli sfollati

“L’esplosione repentina delle violenzea Marawi è stata un fatto senza precedenti che ha colto la popolazione alla sprovvista. La maggioranza della popolazione è fuggita dalle sue case senza niente, non hanno prodotti igienici né coperte per passare la notte,” sottolinea Amoozegar.

Azione contro la Fame è una delle organizzazioni internazionali presenti fin dagli inizi della crisi,  per analizzare le necessità più immediate della popolazione sfollata, come l’accesso a latrine, acqua potabile, prodotti igienici, teloni per proteggersi dalla pioggia, coperte, lenzuola e zanzariere.

Azione contro la Fame sta mobilitando le sue squadre per distribuire nei prossimi giorni sapone, dentifricio, pannolini e altri materiali come zanzariere e utensili per cucinare. Più di 18.400 persone potranno beneficiare di questo aiuto.

Situazione umanitaria critica

L’altro problema riguarda la parte di popolazione che è rimasta a Marawi, assediata dalla violenza. Si calcola che 3.700 sono rimaste intarppolate per il conflitto e 27.000 sono state evacuatepresso rifugi temporanei.

La mancanza di provviste e alimenti dentro la città comincia a farsi sentire e gli esperti umanitari dicono che potrebbe sfociare in una situazione critica. “Parte della popolazione che è rimasta bloccata aveva alimenti immagazzinati per il Ramadan, ma se la situazione dovesse prolungarsi ancora per molto più tempo le provviste potrebbero finire”, allertaAmoozegar.

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