“Nessuno di noi berrebbe quest’acqua, nessuno di noi darebbe ai nostri figli questa bottiglietta. Eppure, in Africa, milioni di persone e di bambini sono costretti a farlo. L’acqua in alcune parti del mondo continua ad essere ancora il bene più prezioso”.
Inizia così il messaggio inviato dal presidente Parlamento europeo, David Sassoli, per commentare l’iniziativa “Water of Africa” partita il 22 marzo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua con il patrocinio di Regione Lombardia.
Con questa campagna, Azione Contro la Fame, organizzazione internazionale specializzata nella lotta alla fame e alla malnutrizione nel mondo, intende riaccendere i fari dell’opinione pubblica sull’acqua contaminata e non trattata bevuta, nell’Africa Subsahariana, da 319 milioni di persone.
La bottiglia che la contiene, creata nell’occasione dall’organizzazione, dispone di un’etichetta che, anziché elencare le proprietà benefiche delle nostre acque “minerali”, annuncia quanto di più dannoso viene immesso nell’organismo con il suo consumo. È contaminata: può contenere batteri, parassiti e virus. È l’acqua che mai nessuno si azzarderebbe neanche a sorseggiare.
Un fenomeno preoccupante. Il perché della vastità del fenomeno è presto detto: le famiglie, nell’area subsahariana, non hanno accesso all’acqua nelle proprie case e non dispongono di un pozzo vicino al luogo in cui vivono. Si dissetano, spesso, attraverso fonti d’acqua non trattata e, di conseguenza, finiscono per mettere a dura prova organismi già indeboliti dall’assenza di cibo e nutrienti essenziali alla salute. Le persone esposte all’acqua contaminata possono ammalarsi rapidamente di malnutrizione legata all’insorgenza ripetuta di diarrea e infezioni intestinali.
Decine di migliaia di persone muoiono ogni anno a causa di malattie legate all’acqua o altri problemi igienico-sanitari e di questi, fino al 90% sono bambini di età inferiore ai cinque anni. Circa 180.000 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno – circa 500 al giorno – nell’Africa subsahariana a causa di malattie diarroiche legate a inadeguatezze idriche e igieniche.
Azione Contro la Fame e l’acqua. L’organizzazione opera, quotidianamente, contro la malnutrizione infantile e quindi anche per garantire l’accesso all’acqua pulita nelle comunità in cui lavora. Nell’ultimo anno, lo staff impegnato sul campo ha aiutato quasi sei milioni di persone con progetti di acqua e igiene, migliorando oltre 13mila fonti idriche e fornendo quasi due milioni di metri cubi d’acqua.
Azione Contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale leader nella lotta contro le cause e le conseguenze della fame. Da 40 anni, in circa 50 Paesi, salva la vita di bambini malnutriti, assicura alle famiglie acqua potabile, cibo, cure mediche e formazione, consentendo a intere comunità di vivere libere dalla fame.