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Quando i padri si uniscono per combattere la malnutrizione

19 Marzo 2020

FATHERS GROUP, il progetto che coinvolge i padri nell’educazione dei figli e nella lotta alla malnutrizione.

Nelle comunità della Nigeria nord-orientale la cura dei bambini è vista come una responsabilità primaria della donna, motivo per cui gli uomini spesso non vengono coinvolti nell’educazione dei loro figli.

Il Fathers Group è un progetto realizzato da Azione Contro la Fame per rompere le barriere culturali che esistono nella malnutrizione nelle comunità di Yobe, nel nord-est della Nigeria. Il gruppo riunisce migliaia di uomini in piccoli gruppi di 15 persone per educare, incoraggiare e garantire l’adozione da parte dei padri di adeguate pratiche di alimentazione dei neonati e dei bambini piccoli.

Il progetto, nello specifico, si rivolge ai padri di bambini di età tra 0 e 23 mesi. Una volta al mese, i padri si riuniscono in incontri che si concentrano su ciò che gli uomini possono fare per migliorare la nutrizione e la salute delle loro mogli e dei loro figli. Il progetto mira anche a creare la sinergia tanto necessaria nel processo decisionale tra marito e moglie nella cura della casa e della famiglia.

Il Fathers Group recita la promessa di impegno.

Con la mano sinistra sollevata e vicina alla tempia, la mano destra stretta al petto come una che sta per fare un giuramento in tribunale, Hassan Mamman recita insieme agli altri uomini una promessa di impegno:

“Promettiamo che ognuno di noi costruirà un “tippy tap”* per la propria famiglia, e che coloro tra di noi che non hanno latrina ne costruiranno uno per i membri della sua famiglia. Non permetteremo alle malattie legate alla scarsa igiene di colpire noi e i nostri vicini, e non consentiremo alla malnutrizione di colpire i nostri bambini e i nostri vicini. Dio, aiutaci a fare tutto questo.”

*Il “tippy tap” è un rubinetto fai-da-te che distribuisce acqua in quantità controllabile per lavarsi le mani. È composto da una piccola cisterna (es. un fustino) e può essere azionato con i piedi, in modo da evitare la contaminazione.

Nell’ultimo incontro, Hassan ha deciso di impegnarsi a garantire che nessun bambino della sua comunità soffra di malnutrizione. Hassan è stato fornito di un MUAC, un braccialetto per la misurazione della malnutrizione. “Il MUAC è molto facile da usare”, commenta, mentre rovista nella sua borsa per mostrarci il braccialetto multicolore. Il braccialetto deve essere avvolto intorno al bicipite del bambino e i colori verde, giallo e rosso consentono di rilevare lo stato di malnutrizione. Hassan ha iniziato a rilevare lo stato di malnutrizione nei suoi figli, ha poi proseguito con i figli dei vicini e poi è stato in grado di occuparsi dei bambini di tutta la comunità.

Hassan stringe il MUAC nelle mani mentre racconta la sua esperienza.

“Girando di casa in casa, a un certo punto ho rilevato uno stato di malnutrizione in uno dei bambini”, racconta Hassan. In questo caso, dunque, ha indirizzato i genitori alla struttura sanitaria sostenuta da Azione Contro la Fame all’interno della comunità. Ma il suo lavoro non è finito qui. Hassan ha affiancato i genitori educandoli sull’importanza di usare un alimento complementare da aggiungere alla dieta del bambino quando il latte non è più sufficiente a soddisfare le esigenze nutrizionali, normalmente dai 6 ai 18-24 mesi di età. Ha anche insegnato loro quanto sia essenziale variare la dieta familiare invece di limitarla a una sola classe di alimenti. Ha dato loro la ricetta del porridge di miglio macinato, semi di soia e arachidi e, un mese dopo, il bambino era fuori pericolo!.

Al suo primo incontro con il Fathers Group, Idris Yusuf non conosceva la malnutrizione, non sapeva cosa fosse, le sue minacce, non sapeva si nascondesse dietro la sua porta. Dopo aver fatto la “promessa” insieme ai padri, Idris è tornato a casa con il MUAC e ha iniziato a misurare la malnutrizione nei suoi figli. Mettendo il braccialetto intorno al braccio del figlio, ha così scoperto che era gravemente malnutrito. Grazie all’insegnamento del Fathers Group, ha saputo di poter portare suo figlio al centro di stabilizzazione di Azione Contro la Fame, dove venne ricoverato per giorni per ricevere le cure necessarie. Oggi, Ahmed è un ragazzo in buona salute.

 

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