SOFI 2025: segnali positivi nel 2024, ma il cammino verso gli obiettivi dell’Agenda 2030 è ancora in salita
Nel 2024, il numero di persone che soffrono la fame a livello globale è sceso a 673 milioni (rispetto ai 733 milioni dell’anno precedente): un dato incoraggiante che dimostra come la fame non sia una tragedia inevitabile, ma un problema affrontabile e risolvibile. È questo uno dei principali messaggi che emerge dal nuovo rapporto SOFI – Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel Mondo, pubblicato da cinque agenzie delle Nazioni Unite.
Se da un lato la riduzione rispetto agli anni precedenti segna un passo avanti, dall’altro i numeri restano ancora drammatici e superiori al periodo pre-pandemico: l’8,2% della popolazione mondiale soffre ancora la fame. Il 2024 si chiude infatti con:
- 306,5 milioni di persone che soffrono la fame in Africa (una su cinque),
- 2,3 miliardi di persone in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave (28% della popolazione mondiale),
- 150,2 milioni di bambini sotto i 5 anni colpiti da malnutrizione cronica.
A questi dati si aggiungono le forti disparità territoriali e le situazioni in cui sono presenti gravi crisi umanitarie, come quelle presenti in Africa e quella che in questo momento sta colpendo la popolazione di Gaza, dove l’intera popolazione si trova sull’orlo della carestia.
aiuti umanitari in calo, obiettivi sempre più lontani
Il rapporto descrive la situazione fino al 2024, ma non include gli etti dei tagli agli aiuti umanitari da parte di USAID e di altri governi europei. Le conseguenze di queste scelte potrebbero compromettere i progressi ottenuti, rallentando — se non invertendo — il percorso verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
“La fame non è una tragedia naturale, ma una conseguenza diretta di scelte politiche. Non è il risultato della scarsità, ma dell’inerzia. Quando ancora 673 milioni di persone non hanno abbastanza da mangiare, non possiamo parlare di vero progresso: possiamo solo parlare di fallimento collettivo. l recente taglio agli aiuti da parte di molti governi è, tra l’altro, una condanna scritta per milioni di persone. Il cibo non è un lusso, è un diritto. Se vogliamo davvero raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030, dobbiamo smettere di considerare l’indifferenza un’opzione politica accettabile. Serve più coraggio e più risorse per restituire dignità, non solo calorie.”
Simone Garroni - Direttore Generale di Azione Contro la Fame
Il nostro intervento quotidiano contro la fame
Noi di Azione Contro la Fame, da oltre 45 anni lavoriamo per salvare vite, prevenire la fame e costruire soluzioni durature, con interventi in 57 Paesi del mondo. Ogni anno, supportiamo oltre 26 milioni di persone attraverso programmi che garantiscono accesso a cibo, acqua, salute e formazione. La strada è lunga, ma i progressi ottenuti dimostrano che è percorribile, se si sceglie di percorrerla insieme.