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STORIE DAL GUATEMALA: LIDIA

8 Novembre 2018

Lidia, Guatemala: “Siamo sempre stati poveri, non abbiamo mai avuto terreni né una casa tutta nostra”.

Durante gli ultimi 4 anni, la siccità causata da “El Niño”, insieme alle perdite causate dalla ruggine del caffè, hanno causato una diminuzione della produzione agricola che ha colpito la principale fonte di reddito per le famiglie lungo il Corridoio Secco guatemalteco. La maggior parte dei piccoli agricoltori ha perso tra il 75 e il 100% delle colture; di conseguenza, la sicurezza alimentare delle popolazioni vulnerabili che vivono al livello di sussistenza si è gravemente deteriorata.

Lidia, una donna di 33 anni e madre di 8 figli, vive in una casa fatta di fango in un villaggio di Jocotán (Chiquimula, Corridoio Secco). La  casa dove vive non è di sua proprietà ma in affitto. “Siamo sempre stati poveri, non abbiamo mai avuto terreni né una casa tutta nostra”, racconta la donna indigena di etnia maya Chortí. Ogni mese paga 200 dollari guatemaltechi, che suo marito e i suoi figli ottengono lavorando come braccianti nelle piantagioni di caffè. “Ma il lavoro c’è solamente da ottobre ad aprile”, dice Lidia, “dopo ce la caviamo con i risparmi”. E, infatti, in questa regione del Corridoio Secco guatemalteco il lavoro scarseggia durante la stagione della pioggia,  vale a dire per metà dell’anno.


IL FUTURO IN GUATEMALA PER LA FAMIGLIA DI LIDIA.

La figlia maggiore si chiama Teodora. All’età di 9 anni, ha dovuto lasciare la scuola per aiutare la sua famiglia. Ora ha 15 anni e le sue mani sono già macchiate per il lavoro in campagna. Il fratello più piccolo, di 7 mesi, piange se non è in braccio a sua madre o sua sorella, la sua seconda mamma. Quello che dispiace di più a Lidia è vedere ai suoi figli avere fame. “Mangiamo se c’è qualcosa da mangiare, se no, resistiamo bevendo acqua”, racconta imbarazzata.

I nostri programmi nel Corridoio Secco sono focalizzati nel  fornire assistenza alimentare alle famiglie in crisi principalmente nei mesi delle Stagione della Fame (da aprile ad agosto),  insieme al consolidamento degli attori locali (municipali e comunali).

Da quando i medici di Azione contro la Fame sono arrivati i miei figli più piccoli non hanno più sofferto di malnutrizione”. In coordinamento col Governo, abbiamo introdotto un progetto multisettoriale per provare a rivoluzionare il tragico circolo vizioso di “povertà e fame”. La strategia consiste nel  supportare i mezzi di sostentamento delle comunità rurali con progetti agricoli mentre si combatte col problema nutrizionale. Viene effettuato un monitoraggio continuo dello stato dei minori di 5 anni, trattandoli sul posto o mandando in ospedale i casi più gravi.

Espero che Juan Gabriel (il più piccolo) possa finire la scuola e andare all’università”, dice Lidia. Quello sarebbe il mio più grande sogno”.


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