Peggiora la crisi umanitaria causata dal conflitto in Sudan. Negli ultimi giorni la violenza è aumentata drasticamente a El Fasher, nel Darfur settentrionale. Centinaia di migliaia di civili e soccorritori locali rimasti intrappolati nella città sono esposti a rischi crescenti e hanno un accesso sempre più limitato agli aiuti salvavita.
Coloro che tentano di fuggire verso le zone limitrofe, come Tawila, affrontano viaggi pericolosi: secondo quanto riferito, alcuni civili sono stati arrestati e aggrediti mentre tentavano di fuggire e lungo le rotte verso luoghi sicuri.
Molti sfollati che arrivano a Tawila sono disidratati, malnutriti, feriti e traumatizzati. La probabilità di violenze sessuali contro donne e ragazze rimane estremamente alta.
"La portata degli sfollamenti, i rischi per la sicurezza e le esigenze umanitarie a El Fasher e nelle zone limitrofe sono enormi. Tutte le parti in conflitto devono rispettare i loro obblighi di protezione dei civili. È fondamentale garantire la protezione e il passaggio sicuro dei civili, aumentare i finanziamenti e garantire un accesso continuativo".
- Samy Guessabi, direttore di Azione Contro la Fame in Sudan
L’intervento di Azione Contro la Fame in Sudan
Oltre a tutte le operazioni umanitarie attive nel Paese, in cui operiamo dal 2018, come Azione Contro la Fame stiamo completando i preparativi per l’installazione di due cliniche mobili per la salute e la nutrizione a Tawila.
Sono in partenza inoltre nuove attività volte ad affrontare i gravi rischi di violenza di genere cui sono esposte le popolazioni sfollate, tra cui la prevenzione, il rinvio dei casi, il coinvolgimento della comunità attraverso sensibilizzazione e sviluppo di reti di protezione.
"Sono fuggita dalla mia città con i miei figli dopo che la nostra casa è stata distrutta nei combattimenti. I gruppi armati entravano nelle abitazioni del nostro quartiere. Ci siamo spostati più volte, dormendo dove capitava, finché siamo arrivati in un campo profughi. Azione Contro la Fame ci ha dato le medicine quando i miei figli si sono ammalati, permettendo loro di guarire. Ma le condizioni restano molto difficili: il trasporto dell’acqua con i camion è stato interrotto, molte famiglie non hanno un riparo mentre piove e i nostri figli non vanno a scuola dopo tutto ciò che hanno vissuto.”
- Fatima (pseudonimo), sfollata in un campo profughi.
Invitiamo urgentemente la comunità internazionale ad aumentare gli sforzi diplomatici per garantire la protezione dei civili rimasti a El Fasher e il passaggio sicuro per i civili in fuga, la protezione degli operatori umanitari e l’accesso umanitario continuativo a El Fasher e alle zone circostanti.
In questo momento critico ricevere sostegno economico è fondamentale, per permettere di espandere le operazioni umanitarie nell’area fino a che sarà necessario. Se puoi, aiuta con una donazione adesso!
