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Una grave siccità in Senegal rischia di provocare una crisi umanitaria nel 2018

3 Novembre 2017

La stagione delle piogge (da giugno a settembre) è stata particolarmente carente nel Senegal settentrionale e nel Sud della Mauritania.

La produzione in alcune zone normalmente fertili è allarmante, non avendo raggiunto il 50% della produzione media per questo periodo dell’anno. Particolare preoccupante è la situazione nei dipartimenti di Matam, Podor e Linguere Ranerou in Senegal, dove la produzione agricola non raggiungerà il livello minimo per soddisfare i foraggi del bestiame.

“La popolazione è già costretta ad adottare meccanismi di adattamento come la vendita di bestiame o la transumanza precoce di grandi ruminanti, che possono essere controproducenti nel breve e medio termine. I rischi di crisi alimentare e nutrizionale sono significativi e la situazione è allarmante, soprattutto in considerazione della stagione della fame 2018,” afferma Fabrice Carbonne, direttore di Azione Contro la Fame in Senegal.

Il Nord del Senegal rimane molto vulnerabile dal punto di vista nutrizionale, in parte a causa della bassa resistenza della popolazione ai cambiamenti climatici, in parte per la persistenza di alcune cause della malnutrizione, come una scarsa quantità e diversità nel consumo di cibo, uno stato nutrizionale deficitario nelle donne in stato di gravidanza e un accesso limitato ad acqua potabile, servizi sanitari e igienici. 

“Quando i principali settori dell’economia locale legati al cibo subiscono uno shock climatico di questa portata, c’è da aspettarsi un impatto significativo. Va notato anche che Matam e Ranerou appaiono regolarmente tra i dipartimenti più colpiti da insicurezza alimentare,” aggiunge Fabrice Carbonne.

Due sono gli aspetti chiave da prendere in considerazione per valutare l’entità del possibile impatto: la fragile struttura rurale e la frequenza degli shock che erodono la capacità di recupero delle persone. “In soli 6 anni nei quattro dipartimenti di Matam, Ranerou, Podor e Linguere, in parte a causa delle frequenti crisi e in parte per la poca reattività delle strutture locali, la popolazione in condizione di povertà è passata da un terzo a metà“.

In Senegal, l’area interessata da questa situazione climatica estrema include i dipartimenti maggiormente colpiti dall’insicurezza alimentare. I dipartimenti di Podor e Matam soffrono della più alta prevalenza di malnutrizione acuta nel Paese (18% e 16,5% rispettivamente, secondo le ultime indagini nutrizionali). Nel 2011 e nel 2014, quando l’impatto climatico fu simile, si sono registrati tassi di malnutrizione più alti nel periodo successivo alla stagione della fame.

“In Mauritania, nella zona di Guidimakha, la prevalenza di malnutrizione acuta, con tassi superiori al 17%, supera la soglia di allerta nutrizionale definita dall’Organizzazione mondiale della sanità”, afferma Elena Vicario, direttore di Azione Contro la Fame in Mauritania.

Azione Contro la Fame sta lavorando per l’agricoltura e ridurre il rischio di perdite di bestiame, allo stesso tempo stiamo preparando piani di sostegno per garantire la sicurezza alimentare durante la stagione della fame nel 2018, che ci aspettiamo iniziare tra marzo e aprile,” afferma Fabrice Carbonne.

In Mauritania, la stagione della fame potrebbe cominciare anche tra gennaio e febbraio. “Inoltre, in collaborazione con le istituzioni locali, stiamo lavorando per migliorare la capacità di risposta nutrizionale del sistema sanitario, in modo da poter affrontare l’aumento di casi di malnutrizione acuta previsti per il 2018. E non dobbiamo perdere di vista la dimensione transfrontaliera della situazione: le nostre soluzioni hanno un approccio regionale che copre Senegal e Mauritania,” conclude Carbonne.

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