8 marzo: Giornata internazionale dei diritti della donna. Un’occasione per ricordare quanto una parità sempre più compiuta possa rappresentare un’arma per combattere la fame e la malnutrizione nel mondo.
Che cos’è la parità di genere?
Anche la lotta a una delle piaghe più drammatiche potrebbe risultare rafforzata dallo sviluppo dei diritti nella direzione delle pari opportunità, in tutti i settori e i livelli. Una società inclusiva, che promuova la partecipazione economica e decisionale delle donne, può davvero contribuire a uno dei principali obiettivi di sviluppo del 2030.
I vantaggi della parità di genere
Le donne rappresentano la prima ‘arma’ per prevenire e combattere la malnutrizione. Non si tratta di una questione ideologica ma di una constatazione fortemente pragmatica.
I vantaggi dell’uguaglianza di genere a livello globali sono molteplici:
1) Se le donne ottenessero la parità salariale, il pil globale aumenterebbe del +35% entro il 2025;
2) Se le donne avessero più risorse e formazione e fossero messe nelle condizioni di agire in qualità di decisori, ci sarebbero fino a 150 milioni di persone affamate in meno nel mondo;
3) Se le donne fossero più coinvolte nelle scelte, consentirebbero alle proprie famiglie di ottenere di un aumento del reddito familiare fino al 20%;
4) Se le donne nelle aree rurali non si occupassero di procurare l’acqua, l’80% delle famiglie prive di fonti sicure patirebbe la sete.
Storie di donne contro la fame
Insomma, sono le donne i nostri principali alleati nella lotta contro la fame. Molte di loro, dottoresse, infermiere, operatrici sanitarie e altri ruoli, guidano i nostri impegni per prevenire e trattare la malnutrizione nelle nostre missioni.
Nelle comunità dove lavoriamo, inoltre, le madri sono le prime a individuare i segni di malnutrizione nei bambini e sono nella migliore posizione per migliorare la salute e l’igiene.
Marìa Josefina contro la fame in Guatemala
[
María Josefina Roque, 30 anni, è diventata referente della “banca dei semi” del suo distretto, un progetto di Azione contro la Fame che cerca di variare la dieta delle famiglie e stabilizzare i prezzi. Con l’accumulo e la distribuzione del grano, l’iniziativa evita il rialzo dei prezzi durante i mesi di scarsità. In una comunità in cui le donne vivono completamente relegate alle faccende domestiche e ai campi, Josefina ha superato tutti questi ostacoli. Dopo un periodo di rifiuti più o meno espliciti nel suo ambiente sociale, ha finito per essere accettata da coloro che prima la disprezzavano per essere una donna. Una donna con quattro figli, senza alcun aiuto se non quello dell’anziana madre.
Maryam contro la malnutrizione in Niger
Maryam Abouacar, 38 anni, psicologa infantile, negli ultimi anni ha trattato 4.500 casi di malnutrizione acuta al Centro di riabilitazione nutrizionale di Mayahi fondato da Azione contro la Fame, che continua a potenziare il suo intervento nel Paese assicurando aiuti sanitari e alimentari. Maryam ogni mattina contagia con la sua energia tutto il centro nutrizionale e porta un sorriso alle madri e ai bambini malnutriti, mentre li aiuta a camminare di nuovo. Lavora con Azione contro la Fame dal 2013 e per molti nella sua comunità è un esempio da seguire. È disposta a dare tutto per un bambino, anche il proprio sangue: non ci pensa due volte a sottoporsi a una trasfusione per salvare la vita a un piccolo affetto da anemia.
Azione contro la Fame, forte della sua competenza ed esperienza in tutto il mondo, lavora insieme a tante e donne per far sì che nessun bambino soffra la fame.
L’8 marzo unisciti a noi in questa Giornata internazionale dei diritti della donna, per celebrare chi sta guidando la lotta per porre fine alla fame e ricordare, soprattutto, chi non è messa nelle condizioni di farlo.