Il 18 marzo, scontri e bombardamenti sono stati segnalati nella città di Hodeida, Yemen. Aamnah, operatrice di Azione Contro la Fame col ruolo di promotrice di igiene, era sul tetto di casa sua con sua sorella quando una granata ha colpito entrambe. Aamnah è stata uccisa e sua sorella ferita. Aamnah ha lavorato con Azione Contro la Fame dal 2016 al 2017 in un centro di trattamento per la diarrea. In seguito, nel maggio 2018, è entrata a far parte dello staff di Azione contro la Fame come promotore dell’igiene. Le sessioni guidate da Aamnah erano incentrate sull’educazione delle persone sui rischi delle malattie trasmesse dall’acqua e su come prevenirne la trasmissione. Aamnah era una collega stimata e laboriosa, completamente dedicata a sostenere le persone più vulnerabili. «Abbiamo appreso con profonda tristezza dell’uccisione di Aamnah, un esempio di dedizione e passione all’interno dell’organizzazione. I nostri cuori e pensieri vanno alla sua famiglia, ai suoi amici e ai nostri colleghi nello Yemen», ha dichiarato Véronique Andrieux, Direttore Esecutivo di Azione Contro la Fame in Francia.
Yemen, il nostro lavoro sul campo
Nel governatorato di Hodeidah, 21 strutture sanitarie sono supportate dall’organizzazione per il trattamento della malnutrizione acuta. Inoltre Azione Contro la Fame gestisce il principale centro di trattamento contro la diarrea di Hodeidah e garantisce la fornitura sicura di acqua potabile anche nella città portuale di Hodeida, dove i principali sistemi idrici sono stati distrutti dai combattimenti. «Questo tragico evento mostra che la situazione nello Yemen è lungi dall’essere stabilizzata e che la violenza continua a uccidere civili innocenti ogni giorno. È fondamentale che tutte le parti in conflitto rispettino gli impegni dell’accordo di cessate il fuoco, compresa la cessazione immediata delle ostilità e la protezione dei civili», ha aggiunto.
Yemen, un Paese al collasso
Si stima che siano oltre 57.000 le persone uccise dal 2015 e ben 3,9 milioni quelle sfollate negli ultimi tre anni. 24,4 milioni di persone (quasi l’80% dell’intera popolazione) ha invece bisogno di una qualche forma di assistenza e protezione umanitaria. L’accesso umanitario deve essere urgentemente garantito in tutto lo Yemen per rispondere al bisogno diretto della popolazione, stremata da anni di conflitto. Nonostante l’accordo firmato a Stoccolma lo scorso dicembre, i combattimenti continuano dentro e attorno a Hodeida, causando un enorme tributo di vittime tra la popolazione civile. La comunità internazionale deve trovare urgentemente una soluzione politica al conflitto in Yemen. L’aiuto umanitario non è sufficiente per risolvere una delle più grandi crisi umanitarie del mondo. Solo un processo politico inclusivo può creare condizioni adeguate per una pace duratura e alleviare così le sofferenze della popolazione.