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World Toilet Day: la strategia di “igiene totale” per prevenire le epidemie

19 Novembre 2020

Secondo l’OMS, un miliardo di persone defeca ancora all’aperto e la diarrea, correlata alla mancanza di igiene, uccide quasi due milioni di persone ogni anno. Un nuovo approccio testato sul campo: coinvolgere le comunità locali nella sensibilizzazione e realizzazione delle infrastrutture

L’orizzonte è chiaro: occorre un servizio igienico per ogni famiglia. È l’auspicio che Azione Contro la Fame, organizzazione umanitaria leader nella lotta alla fame e alla malnutrizione, condivide in occasione della Giornata mondiale del Gabinetto (World Toilet Day), promossa dalle Nazioni Unite e in programma domani (19 novembre). 

L’attuale pandemia, del resto, sta mettendo in primo piano l’importanza dei programmi sanitari e dei presidi igienici di base ritenuti, oggi, come il principale strumento di difesa contro le epidemie, sia esse batteriche o virali. Eppure, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, un miliardo di persone defeca ancora all’aperto.

“Lo smaltimento sicuro delle feci, comprese quelle dei neonati, oltre che il lavaggio delle mani prima di mangiare o di maneggiare qualsiasi alimento, si è dimostrato come uno dei metodi più efficaci per contenere le epidemie. Ecco perché garantire l’accesso ai presidi igienico-sanitari di base, in virtù di una strategia di “igiene totale” (un bagno per ogni famiglia), costituisce, oggi, un’opzione prioritaria nei circa 50 paesi in cui stiamo lavorando per prevenire future epidemie”, ha dichiarato Pablo Alcalde, responsabile risorse idriche e servizi igienico-sanitari di Azione Contro la Fame. 

Ma non solo. Secondo alcuni studi sull’argomento, nei villaggi in cui la presenza di servizi igienici in casa si attesta al 30%, l’incidenza della diarrea sulla popolazione è pari al 40%. Anche nelle comunità con una copertura del 95%, la diffusione di questo disturbo rappresenta ancora un pericolo, colpendo il 25% della popolazione. In tal senso, solo la cosiddetta “copertura totale”, con il 100% di utilizzo di servizi igienici, consente un calo significativo della diarrea fino a meno del 10%. Senza adeguate strutture, il rischio complessivo di contaminazione batterica e di incidenza di malattie può essere ancora elevato. Non è un caso che la diarrea, direttamente correlata alla mancanza di igiene e a uno dei principali fattori scatenanti della malnutrizione, uccida quasi due milioni di persone ogni anno. La maggioranza sono bambini al di sotto dei cinque anni.  

La strategia di Azione Contro la Fame

L’organizzazione sta attuando, in molte delle sue missioni, un programma – denominato SANTOLIC (“Igiene totale guidata dalla comunità”) – che prevede la realizzazione di iniziative adatte alle diverse realtà socioculturali in cui l’organizzazione opera. Grazie al progetto, la comunità stessa assume un ruolo guida non solo nella diffusione delle campagne di sensibilizzazione ma anche nella progettazione di infrastrutture a prezzi accessibili, con l’obiettivo di ottenere le necessarie certificazioni in tema di igiene riconosciute dalle istituzioni. 

“La chiave del successo del programma è rappresentata proprio dal coinvolgimento delle persone”, aggiunge Alcalde. Azione Contro la Fame lo ha constatato, in particolare, in Mauritania, Niger e Mali: qui i risultati positivi sono stati evidenti rispetto a quelli conseguiti da altri sistemi in cui le opere infrastrutturali sono state realizzate senza il coinvolgimento diretto della comunità.

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