La situazione nel Sud del Caucaso
La regione del Caucaso meridionale resta altamente vulnerabile a causa di diversi fattori interconnessi. L’instabilità politica ostacola l’attuazione di riforme durature, mentre i cambiamenti climatici peggiorano le condizioni economiche, soprattutto nelle aree rurali. La carenza di infrastrutture e di politiche di decentramento frena la crescita, e la limitata diversificazione economica riduce le opportunità di lavoro. A ciò si aggiungono profonde disuguaglianze sociali, che aggravano le difficoltà delle fasce più deboli e frenano lo sviluppo della regione.
Inoltre, la regione ha subito le ripercussioni della guerra tra Russia e Ucraina e del conflitto del 2023 nel Nagorno-Karabakh, che ha costretto oltre 100.000 persone a fuggire in Armenia.
A peggiorare il quadro si è aggiunto anche l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dei beni di prima necessità, che ha reso ancora più difficile la vita quotidiana delle popolazioni già vulnerabili, accentuando la precarietà economica e sociale nella regione e aumentando il rischio di fame e malnutrizione.
Il nostro intervento nel Sud del Caucaso
Noi di Azione Contro la Fame operiamo nel sud del Caucaso dal 2018, concentrando i nostri sforzi in Armenia, Georgia e nella regione del Nagorno-Karabakh, per sostenere le comunità più vulnerabili.
- Distribuiamo cibo salvavita e forniamo un sostegno economico d’emergenza per far fronte ai bisogni primari delle popolazioni sfollate.
- Facilitiamo l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari.
- Forniamo supporto psicologico e psicosociale alle vittime di violenza e coloro che presentano un alto grado di stress e traumi a causa dei conflitti.
- Collaboriamo con le agenzie locali per migliorare l’occupabilità e le capacità imprenditoriali dell’intera comunità.
- Sosteniamo le organizzazioni locali per migliorare i servizi dedicati ai rifugiati, compresi il sostegno nella ricerca di un alloggio e nell’accedere ai servizi sanitari di base.
- Offriamo corsi di formazione professionale ai giovani in falegnameria, idraulica e metallurgia, al fine di aumentare l’occupabilità e l’indipendenza.