A cosa serve la Classificazione IPC e come viene categorizzata la fame
La sicurezza alimentare è la condizione in cui viene garantito accesso costante a cibi sani e nutrienti, che favoriscono la crescita, lo sviluppo e la possibilità di vivere in modo attivo e in salute. Al contrario, si parla di insicurezza alimentare quando mancano le condizioni minime per nutrirsi adeguatamente.
L’insicurezza alimentare può essere cronica, quando la carenza di accesso al cibo sano si protrae nel tempo, o acuta, se la mancanza di cibo diventa una vera e propria minaccia per la vita delle persone.
Conflitti, eventi climatici estremi e shock economici sono tra le principali cause della fame nel mondo. Tuttavia, la gravità e la diffusione dell’insicurezza alimentare possono variare da un Paese all’altro e cambiare nel tempo.
Per definire con precisione la portata del problema e guidare risposte adeguate, è stata creata la Classificazione IPC sullo stato di sicurezza alimentare (Integrated Food Security Phase Classification).
Classificazione IPC: come vengono utilizzati i dati per guidare le risposte alla fame
La Classificazione Integrata delle Fasi dell’Insicurezza Alimentare (IPC) è uno strumento fondamentale per monitorare, comprendere e agire sulle crisi alimentari a livello globale.
In oltre un decennio, la Classificazione IPC è stata riconosciuta come una delle migliori pratiche a livello mondiale nel campo della sicurezza alimentare.
Ecco quindi quali sono le 5 fasi di sicurezza alimentare definite dall’IPC:
- Fase 1: Generale sicurezza alimentare
- Fase 2: Moderata insicurezza alimentare
- Fase 3: Acuta crisi alimentare e dei mezzi di sostentamento
- Fase 4: Emergenza umanitaria
- Fase 5: Carestia/Catastrofe
Analizziamole nel dettaglio.
Cosa indicano le 5 fasi della sicurezza alimentare secondo l'IPC
Le 5 fasi della sicurezza alimentare sono definite in base all’analisi di parametri precisi e condivisi – quali accesso al cibo, malnutrizione acuta e strategie di sopravvivenza – che permettono di definire 5 livelli crescenti di gravità dell’insicurezza alimentare.
FASE 1 - GENERALE SICUREZZA ALIMENTARE
Le famiglie sono in grado di soddisfare i bisogni primari essenziali, inclusi quelli alimentari, senza grandi difficoltà. In totale, meno del 5% dei bambini è affetto da malnutrizione acuta.
Rientrano in questa fase la maggior parte dei territori di Senegal, Camerun, Ciad, Costa d’Avorio, Mali e Niger.
FASE 2 - MODERATA INSICUREZZA ALIMENTARE
Le famiglie hanno un consumo alimentare minimo, in parte adeguato, ma possono avere difficoltà a sostenere alcune spese non alimentari essenziali. La mancanza di cibo che porta a malnutrizione acuta colpisce in totale il 5-9,9% dei bambini.
Rientrano in questa fase la maggior parte dei territori di Guatemala, Kenya e Repubblica Democratica del Congo.
FASE 3 - ACUTA CRISI ALIMENTARE E DEI MEZZI DI SOSTENTAMENTO
Le famiglie possono avere difficoltà ad accedere al cibo, con un conseguente aumento dei livelli di fame. Oppure sono in grado di soddisfare parzialmente il fabbisogno alimentare, ma solo esaurendo i propri beni di sostentamento, ad esempio vendendo beni essenziali. In questa situazione, il 10-14,9% dei bambini è affetto da malnutrizione acuta grave.
In questa fase rientrano 5 milioni di persone che soffrono la fame ad Haiti, a causa di conflitti, inflazione e siccità.
FASE 4 - EMERGENZA UMANITARIA
Le famiglie incontrano grandi difficoltà nell’accesso al cibo, aumentano in maniera considerevole i casi di malnutrizione acuta e il tasso di mortalità. Oppure sono in grado di soddisfare in minima parte i fabbisogni nutrizionali di base, ma solo ricorrendo a strategie di sussistenza d’emergenza. In questa difficile situazione, il 15-29,9% dei bambini è gravemente malnutrito.
Rientrano in questa fase 2,9 milioni di persone in Sud Sudan (23% della popolazione), 6,1 milioni di persone in Afghanistan (14% della popolazione).Tutta la Striscia di Gaza è ora classificata al livello 4 della scala IPC.
FASE 5 - CARESTIA/CATASTROFE
Nella fase di carestia, almeno il 20% delle famiglie hanno un’estrema carenza di cibo e di altri bisogni primari. Nel Paese i livelli di fame, morte, indigenza e malnutrizione acuta sono estremamente critici. In questa situazione drammatica, oltre il 30% dei bambini è gravemente malnutrito e almeno 2 persone su 10.000 muoiono per fame o malattie.
Recentemente, l’IPC ha dichiarato la presenza di condizioni di carestia in alcune zone del Sudan, a causa del conflitto in corso.
L’impegno di Azione Contro la Fame per contrastare la fame nel mondo
Da oltre 40 anni, noi di Azione Contro la Fame siamo impegnati a livello globale per garantire a ogni persona una vita libera dalla fame.
Prevediamo fame e malnutrizione, ne curiamo gli effetti e ne preveniamo le cause. Siamo in prima linea in 56 paesi del mondo per salvare la vita dei bambini malnutriti e rafforzare la resilienza delle famiglie con cibo, acqua, salute e formazione. Guidiamo con determinazione la lotta globale contro la fame, introducendo innovazioni che promuovono il progresso, lavorando in collaborazione con le comunità locali e mobilitando persone e governi per realizzare un cambiamento sostenibile. Ogni anno aiutiamo più di 20 milioni di persone.
Ci sono ancora milioni di persone che non hanno accesso a un’alimentazione adeguata, e ogni contributo può fare la differenza.
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