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Cosa significa emergenza umanitaria e quali sono i Paesi più a rischio 

9 Maggio 2025

Cosa significa emergenza umanitaria e cosa comporta per le popolazioni colpite  

Ne sentiamo spesso parlare, sappiamo che si tratta di qualcosa di grave, ma cosa significa davvero “emergenza umanitaria”? 

Chiamata anche crisi o disastro umanitario, l’emergenza umanitaria indica una situazione in cui la vita, la sicurezza, la salute o il benessere di una comunità o di un vasto gruppo di persone sono a rischio. La causa può essere un singolo evento o una serie di eventi che colpiscono una determinata area geografica.  

Per spiegare meglio cosa significa emergenza umanitaria dobbiamo introdurre anche il concetto di vulnerabilità, strettamente correlato a quello di povertà.  

Alcune popolazioni, infatti, sono più a rischio di altre quando si verificano eventi gravi, perché vivono già in condizioni precarie: mancano di accesso a cibo sicuro, acqua potabile, cure mediche, istruzione. Quando queste comunità vengono colpite da un disastro, quindi, si ritrovano senza i mezzi e le capacità necessari per resistervi e risollevarsi.  

È il caso di molti Paesi a basso reddito, dove le emergenze – naturali o causate dall’uomo – diventano vere e proprie catastrofi umanitarie. E dentro queste comunità, esistono gruppi ancora più fragili: bambini, donne in gravidanza o in allattamento, anziani, persone con disabilità, migranti, sfollati. Sono loro, spesso, a pagare il prezzo più alto di questi eventi. 

In oltre 45 anni di attività, noi di Azione Contro la Fame siamo intervenuti in molte di queste situazioni, portando soccorsi immediati ed efficienti alle comunità colpite dai disastri naturali. Grazie alle nostre squadre d’emergenza disponibili h24, nel 2023 siamo riusciti a intervenire in 34 Paesi rispondendo rapidamente a 47 crisi che hanno colpito diverse comunità. 

Cosa scatena le emergenze umanitarie? 

Le cause delle emergenze umanitarie possono essere molteplici e spesso combinate tra loro, dando origine a crisi complesse e difficili da affrontare.  

  • Le calamità naturali come terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, ma anche inondazioni, valanghe, periodi di siccità prolungata, tempeste, cicloni, epidemie o pestilenze. In alcune aree del mondo, questi eventi si verificano con una frequenza sempre crescente a causa dei cambiamenti climatici, e finiscono per aggravare la vulnerabilità delle popolazioni già in difficoltà. Un esempio sono stati i cicloni che hanno colpito le Filippine nell’ottobre 2024, ben 6 tempeste in meno di un mese: pochi giorni dopo noi di Azione Contro la Fame eravamo già sul posto con le nostre squadre d’emergenza. 
  • Tra le emergenze provocate dall’uomo rientrano i conflitti armati, gli incendi, gli incidenti industriali, aerei o ferroviari. In questi casi, oltre ai danni materiali, si registrano spesso gravi violazioni dei diritti umani, come lo sfollamento forzato, la fame e l’assenza di cure mediche. Per comprendere la gravità della situazione basta pensare alle attuali guerre che si stanno consumando nella Striscia di Gaza e in Ucraina. 
  • Anche le disuguaglianze sono alla base di profonde crisi umanitarie e una delle cause della fame nel mondo. Diritti violati e limitazione della libertà colpiscono soprattutto le donne, in molti Paesi del mondo. Un esempio è l’Afghanistan dove, dopo la salita al potere dei Talebani, le donne non possono studiare o lavorare, sono escluse dalla vita pubblica e sociale. 

Ci sono poi le emergenze complesse, in cui si verifica una combinazione di elementi naturali e artificiali, da cui scaturiscono diverse cause di vulnerabilità. Un esempio emblematico è l’insicurezza alimentare che colpisce gli sfollati di guerra, privati delle loro terre, dei mezzi di sussistenza e spesso anche dell’accesso agli aiuti. In caso di emergenze complesse sussistono anche rischi significativi per la sicurezza degli operatori umanitari, che spesso si trovano ad operare in zone interessate da violenti conflitti.  

A seconda della gravità del contesto, le popolazioni colpite possono trovarsi in condizioni tali da avere bisogno urgente di supporto esterno, soprattutto da parte di organizzazioni che conoscono cosa significa affrontare un’emergenza umanitaria. In queste situazioni, infatti, è necessario agire con rapidità, ma anche con competenza e visione nel lungo periodo. Le prime risposte devono garantire la sopravvivenza immediata – accesso a cibo, acqua, cure mediche, riparo – ma è altrettanto importante tracciare un piano di ripresa che tenga conto delle specificità sociali, culturali e geografiche del contesto. 

È proprio qui che entra in gioco il ruolo delle associazioni umanitarie: ascoltare i bisogni, capire le priorità, costruire insieme alle comunità colpite un futuro possibile.  

L’impegno di Azione Contro la Fame in risposta alle emergenze umanitarie 

Intervenire in soccorso delle popolazioni vulnerabili che vivono una crisi umanitaria non è semplice. Ogni emergenza ha caratteristiche uniche, richiede un’attenta analisi e una risposta su misura. Ma una cosa resta sempre prioritaria: salvare vite umane e alleviare la sofferenza di chi ha subito una perdita. 

Nei Paesi del Sud Globale, dove mancano infrastrutture o dove l’urbanizzazione è incontrollata, reagire ai disastri causati dai cambiamenti climatici può rivelarsi ancora più complesso. Inondazioni, siccità, cicloni o tsunami possono isolare intere comunità, rendendo ancora più difficile portare aiuto. 

Nonostante questo, noi di Azione Contro la Fame siamo presenti in tutte le principali crisi umanitarie, con una grande esperienza nel portare aiuti salvavita dove ce n’è più bisogno, in ogni parte del mondo. Grazie alle nostre squadre di emergenza attive h24, siamo pronti a intervenire ovunque sia necessario, distribuire forniture essenziali, garantire assistenza medica e mettere in campo soluzioni concrete per le esigenze più urgenti.  

Siamo presenti in 56 Paesi e la nostra risposta alle emergenze è sempre tempestiva e mirata. 

Nella Striscia di Gaza, dove operiamo dal 2002, abbiamo risposto prontamente al recente conflitto, portando acqua potabile, generi alimentari e assistenza sanitaria a chi ne aveva più bisogno. 

In Sudan, dove il conflitto ha raggiunto livelli drammatici, abbiamo intensificato rapidamente gli interventi avviati già nel 2018, riuscendo a supportare oltre 800.000 persone solo tra il 2023 e il 2024, con cibo terapeutico e servizi sanitari essenziali. 

Nella Repubblica Democratica del Congo, presenti dal 1997, rispondiamo con prontezza alle recenti emergenze non solo curando la malnutrizione e offrendo supporto psicologico, ma attivando programmi di ripresa immediata attraverso la distribuzione di sementi e attrezzature agricole. 

Anche nello Yemen, colpito da dieci anni di conflitto, la nostra risposta è continua e adattiva, e ha permesso di raggiungere oltre 400.000 persone con cure nutrizionali, acqua potabile e assistenza sanitaria. 

Ora che conosci cosa significa un’emergenza umanitaria e l’impatto che può avere sulla vita di milioni di persone, puoi fare la differenza sostenendo chi interviene per primo: Azione Contro la Fame 

Se vuoi essere al nostro fianco, puoi fare una donazione singola o puoi destinare il tuo 5×1000 alla nostra onlus. 

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