Diritti e condizione delle donne in Afghanistan oggiDiritti e condizione delle donne in Afghanistan oggi

Diritti delle donne in Afghanistan: le testimonianze di 5 operatrici

7 Marzo 2023

CON LA PRESA AL POTERE DEI TALEBANI nell'agosto 2021, LE DONNE HANNO VISTO NEGATI I PROPRI DIRITTI FONDAMENTALI

Mentre celebriamo la Giornata internazionale dei diritti delle donne, il loro spazio di espressione viene drasticamente ridotto in moltissimi luoghi del mondo.

Per rappresentare questo fatto, abbiamo raccolto le testimonianze di alcune nostre operatrici afghane, che si trovano ora ad operare in un contesto sempre più restrittivo per i diritti delle donne.

Dottoresse, infermiere, ingegnere e psicologhe… sin dall’apertura dell’ufficio di Azione contro la Fame in Afghanistan nel 1995, le donne afghane sono state attivamente coinvolte nella lotta contro la fame e nella ricostruzione del loro Paese.

Attualmente, impieghiamo più di 450 persone in Afghanistan, il 34% delle quali sono donne.

la condizione delle donne in afghanistan oggi

Da quando i Talebani hanno preso il potere nell’agosto 2021, le donne afghane sono sempre più escluse dalla sfera pubblica e dalla società.

È stato vietato loro l’accesso all’istruzione secondaria e all’università, sia per le professoresse che per le studentesse. Non possono fare semplici attività come sport all’aria aperta, scoprire il proprio viso, né lavorare per le organizzazioni non governative.  

In occasione della giornata internazionale dei diritti delle donne, vi riportiamo le parole di alcune nostre operatrici che, pur affrontando restrizioni quotidiane, continuano a lottare e ci ricordano che la speranza continua a vivere, nonostante tutto.

L'ISTRUZIONE: LA CHIAVE DELL'EMANCIPAZIONE FEMMINILE

L’istruzione non solo è un diritto fondamentale di ogni persona, ma è anche la chiave per raggiungere la parità di genere.
Alle bambine sono stati vietati gli studi oltre i 12 anni di età. Nonostante ciò, anche N., che lavora come infermiera, vuole lanciare un messaggio di speranza per sua figlia e tutte le bambine come lei:

"Mia figlia mi ha chiesto: "Mamma, posso andare a scuola solo fino al sesto anno? E dopo? Perché mio fratello può andarci e io no?". Anche se ero molto triste quando ho sentito i suoi pensieri, le ho detto di fare del suo meglio perché anche lei riuscirà a terminare gli studi."

N.

Per tanti afghani la scuola è stata una conquista: la situazione economica e geografica può essere infatti un fattore determinante nel percorso dei bambini.

Come per K., che ha iniziato a studiare solo in età adulta perché nella sua provincia non c’era una scuola femminile nelle vicinanze. Ora lavora per noi ed è felice di poter aiutare il proprio popolo:

"Sin da piccola ho sempre desiderato studiare per servire il mio paese. La scuola era un sogno per me, quindi ho sempre studiato con impegno ed entusiasmo. Il messaggio che voglio mandare alle ragazze che hanno dovuto interrompere gli studi è questo: non vi arrendete, la situazione cambierà e riuscirete a realizzare i vostri sogni".

K.

Per alcune donne questo nuovo divieto ha significato interrompere gli studi a un passo dal proprio obiettivo. N, che era vicina alla laurea in chirurgia, ci racconta:

"Mi mancava solo un semestre prima della laurea. Perché i divieti sono solo per le donne? Pensano che noi donne non abbiamo capacità. Secondo questa logica, non importa quali siano i nostri sogni, non possiamo realizzarli. So che la nostra gente è stanca e ha sofferto per la guerra, voglio fare del mio meglio per servirla con passione e onestà".

N.

Tuttavia, N. non si lascia sconfiggere e invita tutte le donne a fare lo stesso: “Seguite i vostri sogni e lavorate duramente per realizzarli. La vita è fatta di lotte”.

Diritti delle donne in Afghanistan oggi: infermiera misura la circonferenza del braccio di un bambino malnutrito

IL DIVIETO PER LE DONNE DI LAVORARE PER ORGANIZZAZIONI UMANITARIE

L’impossibilità per le donne afghane impiegate presso le ONG di lavorare, di recarsi in ufficio o sul campo è una palese violazione dei loro diritti sociali ed economici e mette a rischio la loro fonte di reddito, spesso l’unica per le loro famiglie.

Ciò ha anche conseguenze importanti sulla capacità delle organizzazioni umanitarie di fornire un’assistenza efficace e di qualità alle donne in difficoltà. Infatti, le operatrici delle ONG sono essenziali per poter, ad esempio, visitare una donna incinta o fornire assistenza dove necessario.

"Quando una paziente mi dice che vede dei risultati in sé stessa e che sta guarendo, tanto da poter ritrovare la speranza e vivere la vita così com'è, accettando che la vita è anche piena di ostacoli, che è in grado di superare le sue difficoltà senza ferire gli altri o sé stessa, le sue parole mi motivano e mi danno speranza per continuare a fare quello che sto facendo".

K.T.

Da parte sua, H. si batte quotidianamente per i diritti delle donne:

"Lavoro per difendere i diritti umani, in particolare il diritto delle donne a ricevere un'istruzione e le aiuto come posso. Purtroppo, come sapete, oggi il diritto delle donne a lavorare e a ricevere un'istruzione è stato soppresso. È una grande preoccupazione per tutti e ci riguarda tutti. Spero che questo problema possa essere risolto molto presto".

H.

L’impossibilità per le donne di studiare, lavorare e partecipare alla vita pubblica le costringe spesso a restare a casa:

"Purtroppo ora passo la giornata in casa ed è estenuante. Spero che un giorno tutte le donne possano continuare a studiare e lavorare."

R.

LOTTIAMO CONTRO L'INGIUSTIZIA DI GENERE, PER COMBATTERE LA FAME NEL MONDO

Le ingiustizie e la violenza di genere sono sia causa che conseguenza della fame.

Lo dimostra anche il fatto che, rispetto agli uomini, le donne sono più colpite dall’insicurezza alimentare: non hanno lo stesso accesso alle risorse, all’istruzione, alla formazione e ai finanziamenti. Tuttavia, le donne sono i primi attori del cambiamento: per combattere la fame, gli Stati devono attuare misure che affrontino le ingiustizie di genere e forniscano alle donne le stesse opportunità degli uomini.

Noi stiamo continuando a sostenere il popolo afghano. Vogliamo che tutte le nostre colleghe tornino a lavorare, senza eccezioni e indipendentemente dalla loro funzione. Questo è l’unico modo per garantire un’assistenza ottimale e sicura alle popolazioni bisognose, soprattutto alle donne e ai bambini, che sono i più vulnerabili.

A livello locale, siamo in contatto con le autorità per trovare soluzioni. A livello internazionale, stiamo lavorando per garantire che gli afghani non vengano dimenticati e per mantenere un impegno politico e finanziario che risponda alle crescenti esigenze della popolazione. L’accesso ai diritti, ai servizi di base, alle risorse o alle opportunità non deve essere condizionato dall’identità di genere, ma deve essere accessibile a tutti.

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