Johaira Macaombao fuggì dalla sua città, Marawi (Filippine), quando iniziò l’assedio nel maggio 2017. È riuscita a tornare a casa qualche mese fa, ma nulla ormai è più lo stesso.
“Le bombe non scelgono su chi cadere, civili o militari. Ecco perché abbiamo deciso di fuggire. Abbiamo camminato lungo le strade secondarie perché la battaglia si era intensificata sulle strade principali. Le bombe cadevano dappertutto, due dei miei nipoti furono colpiti. Abbiamo passato 8 mesi molto duri, mangiando solo riso. Quando la guerra è finita, ci è stato concesso di tornare a casa nostra, ma l’abbiamo ritrovata completamente saccheggiata. In più, non avevamo alcun mezzo di sostentamento. Prima della guerra eravamo agricoltori, ma adesso a Marawi non c’è più un solo mercato dove poter vendere i nostri prodotti”.
Sopravvivere è ogni giorno più difficile. I suoi figli piangono perché hanno fame, ma lei ha ben poco da dar loro. Il primo ad ammalarsi è stato Rahim, che piangeva in continuazione e aveva delle macchie rosse sulla pelle: “Piangeva e dormiva. Dormiva troppo, anche questo mi preoccupava: a volte lo svegliavo solo per vedere se era ancora vivo. Ho provato ad allattarlo, ma lui non voleva. Non capivo cosa stesse succedendo. Mia madre mi ha consigliato di portarlo in ospedale, ma non avevamo soldi. Come avremmo pagato le bollette? E le medicine prescritte dai medici?”.
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Un giorno, una squadra di Azione Contro la Fame fece dei controlli medici nella zona ai bambini al di sotto dei cinque anni: “Dopo la visita, mi dissero che i gemelli soffrivano di malnutrizione acuta e la bimba di malnutrizione moderata. Ma come potevano non essere ammalati, visto che per mesi avevamo mangiato solo riso?”.
Ora i figli di Johaira stanno bene, dopo le cure a base di Cibo terapeutico pronto all’uso: stanno riguadagnando peso e sono molto più attivi. “Spero di poter tornare presto alla nostra vita precedente, quando guadagnavo abbastanza per sfamare i miei figli. Spero che la vita ritorni a Marawi”.