“Nemmeno nei nostri sogni più folli avremmo immaginato di esportare i nostri prodotti artigianali in tutta la West Bank” dicono Wafaa e Hanaa, mostrando con orgoglio i cuscini e le lenzuola che hanno disegnato e cucito insieme.
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Le due sorelle ora di sognare non smettono più: vorrebbero trasformare la loro attività in una piccola azienda, ma farlo nei Territori Palestinesi Occupati non è per nulla facile. A 52 anni dall’inizio dell’occupazione israeliana e a 12 dal blocco della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, le restrizioni al movimento delle merci e delle persone non consentono lo sviluppo di alcuna attività produttiva: “Possiamo lasciare Gaza solo a condizioni molto restrittive”, spiega Wafaa. “Non siamo ancora riuscite a consegnare i grandi ordini che abbiamo iniziato a ricevere dalla West Bank attraverso la nostra pagina di Facebook”.
Hanaa, 35 anni, madre di sei figli, è l’unica a provvedere economicamente alla famiglia da quando suo marito ha perso il lavoro in Israele durante la seconda Intifada nel 2001. Gli scontri ricorrenti a Gaza hanno segnato anche la sorella più giovane, la 25enne Wafaa: nel 2014 il piccolo laboratorio di cucito che aveva creato in casa per sostenere i suoi studi universitari, è stato completamente distrutto. Attraverso il progetto di impreditoria femminile di Azione Contro la Fame, le sorelle hanno iniziato a lavorare insieme: “Il corso di formazione ci ha mostrato come gestire un’impresa. Abbiamo anche imparato come gestire la pubblicità attraverso Facebook!” sorride Wafaa.
Hanaa si dice fortunata perché la sua famiglia la sostiene: “Durante il corso di Azione Contro la Fame ho incontrato donne vittime di violenze domestiche. Sogno di avere un giorno una piccola fabbrica gestita da donne che hanno vissuto queste problematiche”. Wafaa annuisce e aggiunge: “Ogni donna sogna il matrimonio e la maternità, ma in questo momento il mio lavoro viene prima”.