Nel 2013, secondo i dati dell’UNICEF, la Sierra Leone risulta essere al primo posto nella classifica relativa alla mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni. Questa situazione potrebbe peggiorare a causa dell’epidemia di Ebola poiché non possono essere forniti i servizi sanitari di base alle donne in stato di gravidanza o in allattamento e ai bambini al di sotto dei 5 anni.
Si osserva inoltre un abbassamento della frequentazione delle strutture sanitarie da parte dei malati, come anche un deterioramento globale delle cure offerte. Questo fenomeno diventa spiegabile se si considera innanzitutto la paura del personale sanitario nei confronti della possibilità di contrarre il virus durante lo svolgimento del proprio lavoro. La loro preparazione è insufficiente e le misure di sicurezza messe in atto per il trattamento dei malati di Ebola non sono adeguate. Allo stesso tempo, la gente ha paura di infettarsi proprio nei luoghi preposti alla cura delle persone, e per questo motivo preferiscono evitarli. Inoltre, le valutazioni portate avanti dalla FAO, dal WFP e da ACF, oltre che da altri partner, danno notizia di un deterioramento della situazione in materia di sicurezza alimentare. Il calo della produzione agricola e il rallentamento delle attività commerciali hanno un impatto diretto sulla vita delle famiglie.
Con uno sforzo concentrato ad invertire questa tendenza, ACF ha rafforzato il suo supporto ai Gruppi di Sostegno alle Madri (MSG) nella città di Freetown. Questi gruppi, considerati dal Ministero della Sanità come fondamentali per la prevenzione e la lotta alla malnutrizione hanno dimostrato la loro influenza nei confronti delle comunità.