La fame non può essere usata come arma di guerra, le regole del Diritto Internazionale Umanitario
Fame e guerra sono due realtà spesso tristemente correlate tra loro. Secondo il Global Report on Food Crises 2025, uno studio internazionale che analizza le cause delle principali crisi alimentari al mondo, i conflitti continuano a essere la principale causa dell’insicurezza alimentare acuta.
Nello scenario attuale, particolarmente preoccupante è la situazione delle popolazioni della Striscia di Gaza e del Sudan, dove l’escalation di violenza ha compromesso gravemente l’accesso ai rifornimenti alimentari.
I conflitti affamano le popolazioni, non solo per le distruzioni materiali, ma anche per le scelte deliberate delle parti coinvolte, che troppo spesso agiscono in aperta violazione delle regole del Diritto Internazionale Umanitario.
Prima di illustrarle, vediamo in sintesi cos’è il Diritto Internazionale Umanitario e quando si applica.
Cos'è il Diritto Internazionale Umanitario?
Il Diritto Internazionale Umanitario (DIU) è l’insieme di regole create dagli Stati per porre limiti a ciò che si può fare in guerra. Tali regole sono codificate in numerosi trattati internazionali, i più importanti dei quali sono le Convenzioni dell’Aja del 1899 e 1907, le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 e i loro tre Protocolli Aggiuntivi (i primi due risalenti al 1977, il terzo al 2005).
Ogni volta che scoppia una guerra, quindi, tutte le parti in conflitto sono vincolate dalle regole del Diritto Umanitario Internazionale, che devono essere sempre rispettate.
I presupposti del Diritto Internazionale Umanitario
l Diritto Internazionale Umanitario parte da un approccio pragmatico e realistico: riconosce che, nonostante gli sforzi della comunità internazionale per prevenirle e risolverle, le guerre continuano a esistere. Proprio per questo, stabilisce un insieme di regole volte a limitare gli effetti dei conflitti armati e a tutelare le persone che non vi partecipano direttamente, come i civili, i prigionieri di guerra e i combattenti feriti.
Questa pragmaticità si riflette nell’equilibrio tra due principi fondamentali che sorreggono l’intero sistema normativo del Diritto Internazionale Umanitario:
- il principio di necessità militare, che riconosce il diritto delle parti in conflitto di compiere azioni finalizzati a raggiungere obiettivi militari legittimi, anche se questi possono comportare danni e perdite umane;
- il principio di umanità, che limita tali azioni al fine di proteggere la vita umana, ridurre la sofferenza e la distruzione causate dalle guerre.
Le 5 regole che proteggono i civili e prevengono la fame nei conflitti
Sulla base dei principi fondamentali del Diritto Internazionale Umanitario si possono identificare tra le norme alcune regole specifiche finalizzate a garantire l’accesso al cibo e proteggere le popolazioni civili dalla fame durante le guerre:
- Divieto di ricorrere alla fame come arma di guerra. Il principio è stato ribadito dalla Risoluzione 2417 del 2018 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che condanna in modo inequivocabile l’uso della fame come arma di guerra.
- Protezione dei beni indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile. Viene fatto divieto alle parti in conflitto di distruggere o rendere inutilizzabili infrastrutture necessarie per la sopravvivenza della popolazione civile, ovvero “le derrate alimentari e le zone agricole che le producono, i raccolti, il bestiame, le installazioni e riserve di acqua potabile e le opere di irrigazione”, con l’intento deliberato di privare la popolazione civile o il nemico di alimenti e acqua, riducendoli alla fame o costringendoli a spostarsi.
- Garantito accesso agli aiuti umanitari senza ostacoli. Le parti in conflitto devono autorizzare e facilitare il passaggio rapido e senza ostacoli di aiuti umanitari, diretti alla popolazione civile. Al tempo stesso deve essere assicurata la protezione del personale umanitario che partecipa alle operazioni di soccorso.
- Responsabilità della potenza occupante nei confronti della popolazione civile nel territorio occupato. Viene sancito innanzitutto l’obbligo di fornire alla popolazione civile i beni essenziali per la sua sopravvivenza, anche importandoli se le risorse del territorio risultano insufficienti. In seconda istanza è severamente vietato impedire in modo intenzionale la distribuzione di cibo e beni essenziali alla popolazione civile.
- Garantire cibo sano alle persone detenute. Ai civili e alle persone private della loro libertà, deve essere garantito un regime alimentare di “quantità, qualità e varietà sufficiente per assicurare loro condizioni normali di salute e per impedire perturbamenti dovuti a denutrizione”, ed una sufficiente distribuzione di acqua potabile.
L'intervento di Azione Contro la Fame nelle aree dei conflitti
Noi di Azione Contro la Fame siamo presenti in molte aree del mondo colpite dai conflitti, dove ogni giorno vengono violate le norme del Diritto Internazionale Umanitario. In questi contesti portiamo cibo, acqua potabile e beni di prima necessità per salvare vite e restituire dignità a chi ha perso tutto.
Siamo operativi in Sudan, teatro di una delle crisi alimentari più gravi al mondo, alimentata da un conflitto che si protrae da oltre due anni.
Siamo attivi a Gaza e in Cisgiordania, dove la popolazione civile è allo stremo a causa della mancanza di accesso a cibo e acqua e all’insufficienza degli aiuti umanitari.
Siamo presenti anche in Ucraina e in altri Paesi interessati dai conflitti come Yemen, Siria, Afghanistan, Nigeria e Mali.
Chiediamo con forza il rispetto del Diritto Internazionale Umanitario: la comunità internazionale deve agire con determinazione per condannare le violazioni commesse dalle parti coinvolte nei conflitti e per garantire l’accesso degli aiuti umanitari alla popolazione civile.
Nel frattempo, continueremo ad essere presenti nelle aree di conflitto, a sostegno delle comunità colpite.
Se vuoi sostenerci, puoi farlo con un contributo economico, scopri tutti i modi che hai per fare una donazione alla nostra organizzazione!
"In nessun caso la fame può essere utilizzata come metodo di guerra per piegare il nemico!"