La fame cronica può avere un impatto devastante sulla salute mentale.
Chi vive in condizioni di insicurezza alimentare, infatti, è maggiormente a rischio di sviluppare depressione, ansia e attacchi di panico.
D’altra parte, anche i problemi di salute mentale possono contribuire ad aggravare la malnutrizione. Depressione e ansia, infatti, possono ridurre l’appetito e rendere difficile impegnarsi in attività generatrici di reddito, aumentando il rischio di insicurezza alimentare per l’intera famiglia. Inoltre, una salute mentale compromessa può impedire ai caregiver di prendersi adeguatamente cura dei propri cari, aumentando così la fame tra bambini, anziani dipendenti e membri disabili della famiglia.
La complessa interazione tra fame e salute mentale può essere ulteriormente aggravata da vari fattori:
- Mancanza di accesso alle cure: In molte aree, il supporto psicologico è inaccessibile o troppo costoso, soprattutto nelle comunità rurali e a basso reddito, dove i servizi di salute mentale sono spesso concentrati nei contesti urbani.
- Stigma: anche dove l’assistenza per la salute mentale è disponibile, l’argomento resta un tabù in molte parti del mondo, rendendo difficile per le persone chiedere aiuto.
- Disuguaglianza di genere: In molti luoghi, le donne e le ragazze, spesso con minore accesso all’istruzione e con un reddito più basso, sono particolarmente vulnerabili alla violenza di genere, e ciò ha conseguenze negative sulla loro salute mentale.
- Emergenze: Crisi umanitarie come conflitti e disastri naturali, oltre a essere traumatiche, aumentano i rischi per la salute mentale.
- Clima: Studi sempre più numerosi suggeriscono che la stessa crisi climatica ha un impatto negativo sulla salute mentale.
Si tratta di questioni complesse che non hanno risposte facili. Tuttavia, attraverso un supporto psicologico adeguato, è possibile fare la differenza.
L’importanza di fornire un supporto psicologico adeguato
Per fornire un supporto psicologico adeguato, è fondamentale identificare i fattori di rischio e condurre ricerche sui contesti locali. Noi di Azione Contro la Fame realizziamo programmi che offrono una serie di supporti per la salute mentale, inclusi il primo soccorso psicologico, spesso integrati con assistenza sanitaria e nutrizionale.
COMPRENDERE LE NECESSITà LEGATE ALLA SALUTE MENTALE
Per comprendere meglio le necessità delle persone più vulnerabili e la relazione tra fame cronica e disagio psicologico, conduciamo indagini sulla salute mentale in molte parti del mondo.
Una nostra ricerca nella Repubblica Centrafricana ha rilevato che il 75% dei genitori di bambini malnutriti presentava sintomi di disturbo da stress post-traumatico (PTSD) legati alle esperienze di violenza nel Paese. Di conseguenza, questi genitori, affetti da PTSD, hanno difficoltà a prendersi cura dei propri figli, una situazione particolarmente pericolosa per i bambini che crescono in ambienti poveri e instabili.
In Iraq, abbiamo effettuato una valutazione dei bisogni legati alla salute mentale che ha evidenziato la necessità di potenziare le infrastrutture per il supporto psicologico. I dati ospedalieri locali hanno mostrato che il 30% dei pazienti soffriva di depressione moderata o grave, il 14% di disturbi d’ansia e il 15% di disturbi psichici. Questi risultati sono essenziali per sviluppare piani di rafforzamento dei sistemi sanitari.
REALIZZARE INTERVENTI A FAVORE DELLA SALUTE MENTALE
Noi di Azione Contro la Fame abbiamo avviato programmi come “Adolescent Friendly Spaces”, che utilizzano un sistemo di sostegno tra pari per normalizzare il tema della salute mentale. Questo approccio ha ottenuto notevoli risultati; ad esempio, in Sierra Leone, il 95% dei partecipanti ha mostrato miglioramenti significativi.
In Afghanistan, abbiamo lanciato un’innovativa linea telefonica che offre gratuitamente assistenza psicologica. Il servizio, gestito da consulenti specializzati in interventi psicologici, è una vera ancora di salvezza per le donne e gli abitanti delle zone rurali, che, oltre alla fame, affrontano anche un isolamento estremo. Da quando la linea è stata attivata, sono state erogate più di 2.069 sessioni di supporto psicologico.
FORNIRE UN PRIMO SOCCORSO PER LA SALUTE MENTALE
I rifugiati affrontano spesso traumi significativi, che li espongono a un rischio maggiore di disagio psicologico e malnutrizione. Noi di Azione Contro la Fame forniamo supporto psicologico integrato con programmi nutrizionali in Paesi in conflitto, come l’Ucraina e lo Yemen, o in Paesi con grandi popolazioni di rifugiati, come l’Uganda e la Colombia.
In tutto il mondo, organizziamo gruppi di sostegno per i rifugiati, con un’attenzione particolare alle donne in gravidanza e alle neomamme, che sono particolarmente a rischio. A Nguenyyiel, in Etiopia, una comunità che ospita quasi 405.000 rifugiati, abbiamo creato più di 200 gruppi di sostegno per le madri, offrendo seminari sull’allattamento, l’igiene, la nutrizione e la gestione dello stress.
UN SOSTEGNO ANCHE PER CHI AIUTA
Anche gli operatori umanitari sono esposti al rischio di disagio psicologico. Nel loro lavoro, devono affrontare sfide che spaziano dai rischi per la sicurezza alla testimonianza diretta di sofferenze estreme. Per questo motivo, noi di Azione Contro la Fame offriamo supporto psicologico sia al nostro personale che ai nostri partner.
Questo approccio ha dimostrato di essere estremamente efficace nell’affrontare sia la salute mentale, che quella nutrizionale.
In questo modo aiutiamo le persone a rimettere insieme le proprie vite, a rialzarsi e tornare a vivere. Perché tutti hanno il diritto di vivere una vita serena e libera dalla fame.