Giovedì 24 maggio, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una nuova risoluzione che riconosce l’insicurezza alimentare causata dalla guerra come una questione di pace e sicurezza e condanna fermamanete l’uso della fame come metodo di guerra.
La risoluzione 2417 invita tutte le parti in conflitto a conformarsi al diritto umanitario internazionale, che vieta gli attacchi contro i civili e contro le infrastrutture civili critiche – incluse fattorie, mercati, sistemi idrici e altri elementi essenziali per produrre e distribuire alimenti.
“L’adozione della risoluzione odierna incita il Segretario Generale ad allertare il Consiglio di Sicurezza in quei contesti dove un conflitto minaccia la sicurezza alimentare”, dice il Direttore Generale di Azione Contro la Fame USA, Andrea Tamburini.”Siamo fiduciosi che questa risoluzione porterà l’impegno politico ai massimi livelli, evitando il deteriorarsi di gravi crisi alimentari.”
Azione Contro la Fame ha promosso l’impegno del Consiglio di Sicurezza su questo tema, a causa dello stretto legame tra fame e guerra che ha potuto osservare nelle sue aree di attività.
Come ha osservato il Segretario generale delle Nazioni Unite, dieci delle più gravi crisi alimentari al mondo nel 2016 sono state fomentate da una guerra. Dopo oltre un decennio di costante declino, negli ultimi quattro anni il numero di persone che soffrono la fame nel mondo è aumentato da 777 milioni nel 2015 a 815 milioni nel 2016. Una crescita drammatica dovuta in gran parte all’aumento del numero di conflitti nel mondo.
“Nell’ultimo anno si stimavano 20 milioni di persone a rischio di carestia, tutte in Paesi devastati dalla violenza”, ha dichiarato Tamburini. “Le carestie non sono mai inaspettate: sono sempre create dall’uomo. Gli attori umanitari non possono risolvere i conflitti, per cui, se vogliamo evitare l’inversione dei progressi faticosamente conquistati per porre fine alla fame, la comunità internazionale deve fare della fame una priorità politica globale – dice Tamburini – e deve affrontare le questioni politiche alla radice dei conflitti, che incidono così pesantemente sul problema della fame nel mondo.”
“Siamo nel bel mezzo di una tempesta perfetta, che rischia di invertire 14 anni di enormi progressi globali,” dice Tamburini. “Accogliamo con favore il riconoscimento da parte del Consiglio di Sicurezza del suo ruolo fondamentale nel sostenere una soluzione politica a queste crisi.”
In riconoscimento di questa risoluzione, Azione Contro la Fame invita tutti gli attori interessati a intraprendere azioni concertate per spezzare il circolo vizioso di guerra e fame. In particolare, Azione Contro la Fame sollecita un approccio globale che consideri:
- la preparazione e la necessità di adeguate politiche agricole a livello nazionale
- la garanzia che le misure di sicurezza non minaccino i mezzi di sussistenza, peggiorino l’insicurezza alimentare e alimentino l’instabilità e la violenza politiche
- la stretta aderenza al diritto internazionale umanitario, la responsabilità per la non conformità ad esso e la mobilitazione ai massimi livelli nel caso di uso della fame come arma di guerra.
Azione Contro la Fame applaude l’adozione della nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza come un modo significativo per rafforzare le discussioni sulla lotta contro la fame e le decisioni sulla risoluzione dei conflitti che ne sono spesso causa.
Azione Contro la Fame è pronta a impegnarsi con attori rilevanti per accelerare gli sforzi globali e spezzare il ciclo di guerra e fame.