Azione contro la Fame ha già mobilitato il suo team, che si è stabilito a Ebril per mettere a punto una strategia di risposta all’emergenza. “La nostra principale sfida è quella di anticipare i movimenti delle persone in fuga e riuscire a raggiungerli – spiega Charlotte Schneider, a capo del team di Emergenza di Azione contro la Fame – Abbiamo identificato le vie di fuga e le riserve sono pronte ma la situazione può precipitare velocemente”.
Da mesi le organizzazioni umanitarie hanno lavorato a differenti scenari, per coordinarsi in caso di emergenza e poter offrire una risposta comune. “In questo momento, la nostra priorità è di aiutare le persone appena lasciano la città. Vogliamo essere i primi a dare aiuto nelle zone più colpite” aggiunge Charlotte Schneider. Le due basi dell’organizzazione in Dohuk ed Ebril sono impregnate a consegnare beni di prima necessità come cibo, acqua, servizi igienici e supporto psicologico e al momento stanno recrutando 170 nuove risorse da dedicare all’emergenza.
Dei team mobili si muoveranno dalle due città nelle aree a nord e a est di Mosul, dove si attende un alto numero di persone in fuga. Azione contro la Fame sta pianificando una prima fase di accoglienza in siti temporanei di circa un paio di mesi. In seguito, l’organizzazione prevede di installare dei campi dove le famiglie in fuga potrebbero rimanere per un periodo più lungo.
In entrambe le fasi Azione contro la Fame assicurerà cibo, set da cucina, ripari di emergenza e kit d’igiene, oltre all’installazione di servizi sanitari e l’avvio di programmi di supporto psicologico.
Azione contro la Fame calcola di aiutare più di 90.000 persone in fuga da Mosul, in aggiunta alle sue attività regolari, che dall’inizio del 2016 hanno supportato più di 250.000 persone.