Londra, 16 Settembre 2014.
Secondo un nuovo rapporto sulla fame redatto dall’ONU, il numero di persone che nel mondo vive in stato di insicurezza alimentare è diminuito di 100 milioni di individui: questa è la prova che con azioni (e politiche) adeguate è possibile sradicare la malnutrizione. Azione Contro la Fame accoglie i dati, le politiche ed i miglioramenti tecnici – che hanno consentito questi progressi – inseriti nel rapporto ONU “State Of the Food Insecurity in the world (SOFI) 2014”, divulgato oggi dalla FAO (Food and Agriculture Organization), l’IFAD (International Fund for Agricultural Development) e dal WFP (World Food Programme). Ad ogni modo, è necessario continuare a focalizzare l’attenzione sulla riduzione della malnutrizione. Secondo il rapporto, nel mondo ci sono 805 milioni di persone che vivono in stato di insicurezza alimentare: 100 milioni in meno rispetto a 10 anni fa e 209 milioni in meno rispetto a 20 anni fa. 63 Paesi in Via di Sviluppo hanno soddisfatto in tempo il primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio (MDG), mentre negli ultimi 10 anni la popolazione malnutrita è diminuita dal 18% all’11% su scala mondiale. Queste cifre forniscono delle “buone notizie” piuttosto rare su questo fronte e sono prova del fatto che con politiche ed approcci adeguati è possibile superare il problema. Da quando le nazioni del G8 hanno inserito l’argomento all’interno della Agenda politica globale, i progressi sono stati sostanziali.
Politiche adottate e nutrizione: le chiavi del successo.
“A livello regionale, possiamo vedere che i maggiori progressi si sono verificati in America Latina, in particolare nei Paesi che hanno sviluppato politiche e programmi – e allocato fondi – in tre aree chiave: la distribuzione di supporti nutritivi nei primi mille giorni di vita (in particolare alle madri ed ai bambini); il supporto ai piccoli contadini; la realizzazione di una rete di protezione a livello di nutrizione”, afferma Olivier Longue di Azione Contro la Fame. Longue mette inoltre in evidenza l’evoluzione da ciò che era un circoscritto concetto di di sicurezza alimentare ad un obiettivo più ambizioso legato all’attenzione prestata alle condizioni sanitarie ed ambientali in riferimento al consumo di cibo. Pone inoltre l’accento sulla necessità di considerare la lotta alla malnutrizione come priorità umanitaria: “La malnutrizione è responsabile su scala mondiale del 45% dei decessi infantili. Investire in nutrizione non solo riduce la mortalità, ma evita conseguenze fisiche e di sviluppo cognitivo che affliggono bambini che hanno sofferto di malnutrizione prima del loro quinto anno di vita. Questo può anche contribuire allo sviluppo economico nel medio termine: considerando soltanto l’Africa e l’Asia, se fosse ridotto il livello di malnutrizione il PIL potrebbe crescere dell’11% l’anno. I grandi compiti che ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni sono l’Africa (rafforzando la capacità di resilienza della popolazione, obiettivo chiave per minimizzare gli effetti delle crisi alimentari che affliggono i Paesi a sud del Sahara) e il monitoraggio ravvicinato della situazione riguardante gli sfollati a causa di azioni violente (facendo riferimento in particolare ai bambini al di sotto dei 5 anni). Azione Contro la Fame sta spingendo anche per includere all’interno dell’agenda dello sviluppo post-2015 – che inizierà ad essere elaborata questo mese presso le Nazioni Unite – un obiettivo specifico per ridurre a meno del 4 % il livello di malnutrizione acuta entro il 2030, in linea con gli obiettivi identificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Longue afferma inoltre che “negli ultimi anni abbiamo raggiunto risultati tecnologici e metodologici importanti per prevenire e fronteggiare la malnutrizione, e i politici – a scala globale, nazionale e locale – devono mettere sul tavolo ciò che è necessario per assicurare la divulgazione di queste pratiche e di questi sviluppi di modo da soddisfare i bisogni di 805 milioni di persone. Azione Contro la Fame è una organizzazione umanitaria indipendente che combatte la malnutrizione infantile assicurando allo stesso tempo l’accesso all’acqua potabile ed un sostentamento duraturo (sicuro) per le popolazioni più vulnerabili. Operiamo in 47 Paesi, portando benefici ad oltre 9 milioni di persone. Il nostro scopo è l’eliminazione della malnutrizione nel mondo. Il nostro primo obiettivo è quello di restituire la dignità a coloro che oggi sono minacciati della fame.