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Siria: sei anni dopo

10 Marzo 2017

 

“Più fondi, più accesso e un impulso deciso al processo di pace. Oggi meno che mai possiamo lasciarci vincere dalla fatica. A pochi giorni dal 6° anniversario del conflitto, 13.5 milioni di persone (quasi la metà bambini) hanno bisogno di aiuto. 6 milioni necessitao di aiuto urgente per far fronte ai bisogni primari: disponibilità di acqua pulita, cibo e un rifugio sicuro. Questo solo all’interno del Paese. Cinque milioni di persone, infatti, hanno lasciato la Siria. La guerra continua e la situazione sarà molto più dura senza le organizzazioni che operano nel settore,” così Manuel Sánchez-Montero, advocacy director di Azione contro la Fame, riassume la situazione attuale nella regione siriana. 

Dopo sei anni di guerra, la capacità di adattamento è al limite

Gli attori e le zone del conflitto sono cambaite nel corso di questi sei anni, ma la sofferenza umana persiste: “I movimenti di popolazione che continuano a verificarsi all’interno della Siria e la stabilizzazione del numero di partenze nel 2016 possono essere spiegati solo con la minore permeabilità dei confini nel corso dell’ultimo anno,” spiega Sánchez-Montero.

“Dopo sei anni di guerra, la popolazine è esausta. La maggior parte degli sfollati e dei rifugiati hanno esaurito i loro meccanismi di coping immediati, con livelli insostenibili di debito, e le nostre squadre sul terreno ci dicono che rispetto all’anno scorso sono aumetate le risorse estreme di sopravvivenza, come lavoro minorile, sfruttamento, matrimoni precoci o la prostituzione,” sottolinea il responsabile regionale di Azione contro la Fame per il Medio Oriente, Jean Raphaël Poitou. 

Promesse non mantenute

“I paesi della Conferenza di Londra lo scorso anno (febbraio 2016), hanno celebrato in pompa magna il fatto di aver raccolto una delle più grandi somme nella Storia da dedicare a una crisi umanitaria (6.000 milioni di dollari), ma è risultato effettivo solo il 46% dell’appello umanitario del 2016,” spiega Sánchez-Montero.  

I donatori, che hanno a malapena coperto solo una parte dei bisogni umanitari dall’inizio del conflitto, stanno cominciando a mostrare segni di stanchezza e a ridurre gradualmente gli aiuti (dal 56% del 2015 al 46% del 2016).

Dall’inizio del 2017, solo il 3,1% ha finanziato il Piano di risposta umanitaria sviluppato dalle Nazioni Unite per la Siria, proprio nel momento in cui i bisogni sono più pressanti. L’aiuto viene ridotto quando i bisogni crescono. 

Aree inaccessibili

“Non si tratta solo di soldi: non possiamo dimenticare che oggi come oggi la maggiore sfida umanitaria per intervenire in Siria è avere accesso a tutte le zone colpite. Cinque milioni di persone si trovano in aree al di fuori della nostra portata e 12 località sono sotto assedio militare in una situazione che potrebbe essere molto simile a quella di Aleppo a pochi mesi fa. Le difficoltà che le organizzazioni presenti in Siria devono affrontare ogni giorno per lavorare sono numerose: non solo sono ragioni di sicurezza ma anche di natura amministrativa e logistica,” sottolinea sempre Jean Raphaël Poitou.

Un Paese in guerra, un danno per l’intera regione

Ad oggi nei Paesi europei è stato reinsediato solo il 3% delle 180.000 persone inizialmente previste.  Non possiamo dimenticare che la maggior parte di loro, più di quattro milioni, si trovano in Turchia e in Libano. “L’impatto su un Pease come il Libano, dove una persona su quattro è un rifugiato, è enorme. Vivono in una sorta di limbo legale dal momento che il Paese non è firmatario della Convenzione sui rifugiati. Ci sono stati un po’ di avanti e indietro da parte del governo per facilitare il loro status e i permessi di lavoro e residenza, ma il fatto innegabile è che i siriani in Libano sono più di un milione e mezzo e questo sta avendo un impatto sull’ economia e le risorse del Paese,” dice Poitou. 

Turchia (2,9 milioni), Libano (1,6 milioni) e Giordania (650.000) sono di gran lunga i Paesi più colpiti della regione. 

Le cifre della crisi

470.000 persone hanno perso la vita dell’inizio del conflitto

13.5 milioni di persone necessitano di aiuto in Siria. 5.8 milioni sono bambini. 5.6 milioni hanno bisogno di aiuto per far fronte alle necessità di base

7 milioni di siriani vivono in una condizione di insicurezza alimentare

•2 su 3 non hanno accesso a una fonte di acqua sicura. Le famiglie spendono il 25% del loro reddito per comprare l’acqua

•12 città sono sotto assedio (dove vivono complessivamente 644.000 adulti e 411.000 bambini)

6.3 milioni di siriani sono sfollati all’interno del Paese

4.8 milioni di persone hanno lasciato la Siria

•Solo il 3% dei rifugiati è stato reinsediato

•L’appello umanitario per la Siria del 2016 è stato di 3.180 milioni di euro. Quello del 2017 è di 3.400 milioni di dollari, dei quali finora è stato finanziato solo il 3,1%

Azione contro la Fame lavora in Siria dal 2008 con programmi volti ad assicurare acqua, e servizi igienico-sanitari, aiuti alimentari e autosostentamento. Il nostro aiuto raggiunge 800.00 siriani in diversi governatorati, comprese le zone di difficile accesso di Aleppo, Homs, Dera’a, la zona rurale di Damasco e Hassakeh. 

 

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