Secondo un recente rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), 40.000 persone in un’area perseguitata da un sanguinoso conflitto in Sud Sudan soffrono la fame e hanno immediatamente bisogno di aiuti urgenti.
Azione contro la Fame vuole richiamare l’attenzione internazionale su questo problema, chiedendo di poter accedere alle zone di Unità, di Jonglei e dell’Alto Nilo e assicurare assistenza umanitaria alla popolazione.
Secondo il rapporto, quasi tre milioni di persone in Sud Sudan si trovano a fare i conti con una grave scarsità di cibo, e il 57% si trova proprio nelle aree interessate dal conflitto. Secondo le stime di Azione contro la Fame a Panyijar, nello stato di Unità, il tasso di malnutrizione acuta è il 21,6%, superiore al livello di emergenza, e la situazione è destinata a peggiorare se non si interviene subito.
Andrea Tamburini, direttore generale di Azione contro la Fame USA, avverte: “È vitale avere al più presto accesso a queste zone per poter avere informazioni affidabili. I segnali di avvertimento sono perfettamente visibili: se non agiamo, saremo responsabili di una terribile tragedia che poteva essere evitata”.
Azione contro la Fame, già da tempo presente in Sud Sudan con programmi che aiutano più di 888.000 persone, fa appello alla comunità internazionale e alla diplomazia perché permettano agli operatori umanitari di rispondere al più presto ai bisogni delle persone in difficoltà.
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