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Un nuovo anno per estirpare la malnutrizione

20 Gennaio 2016

Gennaio segna l’inizio di un’opportunità storica per il mondo: mettere fine alla fame nel mondo e alla malnutrizione infantile entro il 2030. Per la prima volta nella storia, a partire dal primo gennaio viviamo in un mondo che ha un ambizioso accordo internazionale tra le nazioni, con una data di scadenza specifica. 

In sostanza, il successo degli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile sarà giudicato in base all’impatto che avranno nelle comunità più vulnerabili della terra. Il risultato concreto sarà evidente solo nel momento in cui Ong come Azione contro la Fame arriverà nella zona del Sahel o quando i volontari arriveranno nei villaggi del Sud Sudan a misurare e pesare i bambini. Quando i numeri della malnutrizione infantile cominceranno a diminuire drasticamente – e sempre più vite verranno di conseguenza salvate – allora sapremo che questi obbiettivi stanno per essere raggiunti.

I leader mondiali si sono riuniti alle Nazioni Unite a New York lo scorso settembre per il summit sullo sviluppo sostenibile, nel quale hanno stabilito la lista delle cose che il mondo deve fare nei prossimi 15 anni: i 17 Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile che rimpiazzano gli Obbiettivi di sviluppo del Millennio, tra cui c’era l’impegno a dimezzare percentuale di persone che soffrono la fame entro la fine del 2015. Anche se siamo stati molto vicini a raggiungere questo risultato, ancora 795 milioni di persone nel mondo – quasi una su nove – non sono in grado di condurre una vita attiva e salutare a causa della fame; centinaia di milioni di bambini soffrono di sottonutrizione, che causa 3.1 milioni di morti ogni anno.

La corretta nutrizione è uno dei principali obbiettivi da realizzare in questo programma per il 2030, sia per promuovere il cambiamento sia come esempio di crescita economica inclusiva. Combattere la malnutrizione significa salvare vite, ridurre le ineguaglianze e far crescere individui, famiglie, comunità e popolazioni forti e resistenti.  

Cosa ci aspetta in questo lungo percorso

Siamo all’inizio di un viaggio di quindici anni, lungo ed estremamente impegnativo. Per produrre risultati che riescano a salvare vite umane dalla fame e dalla malnutrizione è necessaria una risposta immediata e decisa da parte di tutte le nazioni.

I Paesi hanno bisogno di accelerare il proprio intervento su temi come la salute, l’acqua, l’igiene, l’agricoltura, l’educazione, i sistemi di distribuzione del cibo, la protezione delle comunità e l’uguaglianza tra i sessi. Le cause scatenanti della fame – i cambiamenti climatici, i conflitti, la povertà e la disuguaglianza sociale – devono diventare la reale priorità politica del nostro secolo.

Il traguardo mondiale sulla nutrizione ha bisogno di essere supportato da specifici obiettivi nazionali, pensati bilanciando la fattibilità e l’ambizione necessarie per creare un cambiamento duraturo. Se continuiamo la nostra vita come nulla fosse e gli attuali investimenti in aiuti e risorse destinate alla nutrizione rimanessero invariati non raggiungeremo l’obiettivo generale, fallendo nel salvare non solo questa generazione ma anche la prossima.

Responsabilizzare i politici

Mentre i governi stabiliscono il prima possibile i piani nazionali per estirpare la malnutrizione nel contesto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili, il governo del Brasile ha compiuto già un passo avanti in questa direzione. Il giorno precedente l’apertura delle Olimpiadi 2016 si terrà un summit internazionale sulla nutrizione a Rio. I leader mondiali potrebbero dimostrare il proprio impegno andando in Brasile e annunciando un incremento delle risorse per la nutrizione, con gli obiettivi nazionali e gli impegni specifici per mettere il mondo sulla via corretta verso la fine della malnutrizione; confermando ciò che si sono impegnati a fare nella dichiarazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. I cittadini e la società civile hanno la responsabilità di tenere alta la pressione sui leader politici, ricordandogli le promesse fatte.

Cominciamo quindi questo 2016 tenendo sempre presente la strada che ci porta verso il 2030, e percorriamola anno dopo anno verso un mondo senza fame.

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