In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, che si terrà venerdì 16 ottobre, Azione Contro la Fame lancia un appello alla comunità internazionale e, allo stesso tempo, mobilita aziende, ristoranti e cittadini italiani per sostenere le comunità alle prese con l’insicurezza alimentare.
L’appello: una roadmap di 3.600 giorni
“Dopo la significativa assegnazione del premio Nobel per la Pace al World Food Programme, nostro partner in numerosi Paesi, occorre adesso sostenere, concretamente, i programmi promossi da chi, da decenni, opera con l’obiettivo di ridurre l’insicurezza alimentare determinata non solo dai conflitti in corso ma anche dai cambiamenti climatici, dalle disuguaglianze socioeconomiche e dall’attuale emergenza coronavirus – ha dichiarato Simone Garroni, direttore generale di Azione Contro la Fame –. Se facciamo riferimento ai dati che riguardano la fame e la malnutrizione nel mondo, tanta è ancora strada da fare per raggiungere lo ‘zero hunger’ tracciato dagli Obiettivi di sviluppo del Millennio. Occorre, dunque, condividere una roadmap decennale con un programma condiviso da comunità internazionale, ‘umanitarie’ e governi locali capace, in 3.600 giorni, per dare vita a un mondo più equo, sostenibile e nutrito”.
D’altra parte, la fame, oggi, è una piaga che non cenna a placarsi, anche in considerazione della rapida diffusione del Covid-19. Secondo il Global Nutrition Report 2020, quasi 690 milioni di persone sono attualmente affamate (+60 milioni negli ultimi 5 anni) e altri 265 milioni rischiano di essere trascinati, entro quest’anno, nell’alveo della vulnerabilità a causa della pandemia. Se le tendenze rimarranno tali, entro il 2030 circa 840 milioni di persone saranno affamate (SOFI).
In questo scenario, di per sé drammatico, si innesta un ulteriore tema, che si chiama “futuro”. L’infanzia è in pericolo: lo scorso anno, 5,2 milioni di bambini con età inferiore ai cinque anni (14.000 bambini al giorno) sono morti a causa di malattie prevenibili, tra cui anche quelle collegate alla malnutrizione (UNICEF, 2020). La fame e la denutrizione contribuiscono, oggi, a quasi la metà delle morti infantili globali (45%, 2,3 milioni di bambini). Il perché è presto detto: la denutrizione può rendere i bambini più vulnerabili alle malattie. Del resto, ogni 13 secondi, un bambino muore per fame o per una malattia legata alla fame. Un bambino malnutrito, d’altra parte, ha nove volte più probabilità di morire di un bambino sano. Secondo la rivista medico-scientifica inglese, The Lancet, il totale attuale dei decessi di bambini di età inferiore ai 5 anni potrebbe essere ridotto del 15% se le popolazioni potessero accedere a una serie di interventi nutrizionali basati efficaci.
La mobilitazione: aziende, ristoranti, cittadini
Per tutte queste ragioni, in questa settimana, Azione Contro la Fame ha mobilitato aziende e ristoranti italiani con l’obiettivo di amplificare, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, l’impegno dell’organizzazione testo a contrastare la fame e la malnutrizione nel mondo.
Le aziende italiane, con i propri dipendenti al seguito, inizieranno la seconda fase della sfida digitale #ConnectedagainstHunger. Si tratta del più grande evento sportivo globale dedicato alle imprese: grazie alla collaborazione con SquadEasy, piattaforma internazionale impegnata a promuovere “il gioco di squadra” e il benessere dei dipendenti d’azienda (200.000 gli utenti coinvolti finora), Azione Contro la Fame ha messo a punto una App che mira a coinvolgere il mondo del business in un grande impegno comune teso, da un lato, a incoraggiare l’attività sportiva in sicurezza e, dall’altro, a consentire a milioni di bambini malnutriti di ricevere cibo e acqua pulita nell’emergenza coronavirus.
Sono 48 i grandi gruppi internazionali che hanno aderito in Francia, Italia, India e Canada all’iniziativa di Azione Contro la Fame. Nel nostro Paese, dopo Lavazza, KPMG, Enercom, Assimoco e le sedi nazionali di Epson e CITI, hanno accettato la sfida anche Gruppo De Rigo e Planetek Italia. Circa 1.000 dipendenti, compresi quelli che hanno partecipato alla prima fase di giugno, saranno mobilitati a livello nazionale. I team di ogni azienda, nel pieno rispetto dei provvedimenti anti-assembramento vigenti e in “modalità safe”, potranno scaricare SquadEasy sul proprio smartphone e inserire un codice dedicato: dirigenti, quadri e impiegati, siano essi principianti o veri e propri sportivi, potranno, così, impegnarsi nelle tre discipline previste: corsa, camminata e ciclismo e sostenere, con la “regia” delle proprie aziende, i programmi di Azione Contro la Fame.
Sempre il 16 ottobre, scatterà anche la campagna “Siamo tutti sulla stessa…tavola”, che introduce l’edizione 2020 di “Ristoranti contro la Fame”. Ristoranti, chef e buongustai sono coinvolti in un grande gesto che mira a donare la gioia del cibo alle persone più vulnerabili al mondo e a contribuire, soprattutto, alla grande sfida promossa dalla ONG di ridurre del 20%, in questi anni, il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni nei Paesi in cui emergono dati più preoccupanti in tema di malnutrizione.
“Ristoranti contro la Fame”, in soli sei anni, ha trovato ospitalità in oltre 700 attività della ristorazione italiana. Ha, inoltre, raggiunto oltre 500.000 persone e, soprattutto, raccolto 350.000 euro: una cifra che corrisponde, esattamente, al valore di trattamenti salvavita con cibo terapeutico utili per far fronte alle esigenze di 16.000 bambini affetti da malnutrizione. Nel corso di questa edizione, che si concluderà il 31 dicembre, i clienti, all’interno dei ristoranti che aderiranno all’iniziativa, da Nord a Sud, potranno donare due euro per un “piatto solidale”, 50 centesimi per una “pizza solidale” e altrettanti per una bottiglia d’acqua. Un piccolo contributo per aggiungere, idealmente, un posto a tavola a uno dei tanti bambini che vivono nei Paesi più poveri del Sud del mondo.