Oggi sono passati quattro anni dalla nascita del Sud Sudan, avvenuta il 9 luglio 2011. In questo paese, un milione di persone vivono in uno stato d’emergenza prossimo alla carestia. Il 40% della popolazione – circa 4,6 milioni di individui – rischia di essere colpito nel breve termine da una grave carenza alimentare. Se la creazione di questo paese aveva suscitato speranza in seno alla comunità internazionale, per il momento non è stata trovata alcuna soluzione al conflitto che perdura dal Dicembre del 2013.
In Sud Sudan il deterioramento degli stock alimentari e l’aumento dei prezzi degli alimenti hanno avuto un impatto diretto durante i periodi dell’anno che intercorrono fra i raccolti, durante i quali il cibo può venire a mancare. Con due mesi di anticipo, quest’anno la situazione si è accentuata a causa dell’intensificarsi dei combattimenti e delle violenze. Lo scorso Aprile, Azione Contro la Fame ha lanciato un’operazione d’urgenza nella città di Old Fangak dello stato di Jonglei, uno dei più colpiti dal conflitto. Centinaia di bambini sono stati presi in cura, molti dei quali erano fuggiti con le loro famiglie dai combattimenti particolarmente efferati nello stato di Unity: i loro bisogni di acqua potabile e cibo devono essere coperti per il lungo termine.
Dall’inizio del conflitto, 208000 sud sudanesi sono sfuggiti alle violenze per rifugiarsi in Etiopia. Finché la situazione in Sud Sudan resterà critica, i rifugiati continueranno ad insediarsi nella regione di Gambella, lungo la frontiera fra i due paesi. Gli operatori di Azione Contro la Fame intervengono con programmi per la nutrizione e la salute presso i rifugiati nel campo di Jewi. Circa 7000 rifugiati sono momentaneamente nel campo di Pagaak, punto di ingresso in Etiopia, e attendono di essere trasferiti in uno dei campi della regione. In questo luogo di transito, ACF ha fornito sostegno alimentare alle donne in gravidanza e in allattamento, così come ai bambini al di sotto dei cinque anni.
A causa del conflitto, il Sud Sudan è nel caos. I periodi fra un raccolto e l’altro sono, per questo, più difficili, ed è sempre più difficile rimediarvi. Tenuto conto dell’instabilità della situazione, deve essere prevista una risposta umanitaria e dei programmi di lungo periodo. La popolazione del Sud Sudan deve essere protetta e deve essere facilitato l’accesso delle persone più vulnerabili agli interventi umanitari.
Leggi quello che facciamo in Sud Sudan