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Acqua potabile nel mondo: quali Paesi ne sono ancora privi e perché

24 Febbraio 2025

L’accesso all’acqua potabile nel mondo è un diritto ancora negato a troppe persone

Nonostante sia un bene essenziale per la sopravvivenza umana, l’acqua potabile nel mondo è attualmente inaccessibile per 1 persona su 4.

In molti Paesi l’acqua pulita scarseggia, milioni di bambini e le loro famiglie non hanno accesso ai servizi idrici e igienici basilari, con conseguenze devastanti per la loro salute. In base ai risultati dello studio Global Burden of Disease (GBD), sui fattori di rischio di morte e malattia, ogni anno l’uso di acqua non sicura provoca oltre 1 milione di decessi.

Questo grave problema sanitario e ambientale affligge soprattutto le persone più povere. L’utilizzo di acqua non sicura, sporca o contaminata da batteri svolge un ruolo importante nella diffusione delle malattie infettive come colera, diarrea, epatite A, tifo, dissenteria e poliomielite.

Ogni giorno 1.000 bambini muoiono per aver contratto patologie causate dal consumo di acqua sporca e per le scarse condizioni igieniche in cui sono costretti a vivere.

Quanti sono i decessi per l’inaccessibilità all’acqua potabile nel mondo?

L’accesso all’acqua potabile nel mondo presenta forti disparità tra le diverse nazioni. Per identificare i paesi più colpiti dalla crisi idrica, possiamo fare di nuovo riferimento ai dati del Global Burden of Disease, un’importante ricerca globale sulle cause e i fattori di rischio di morte e malattia, pubblicata sulla rivista medica The Lancet. Secondo questo studio nel 2021 il numero maggiore di decessi attribuiti all’uso di acqua non sicura si è verificato in India, con ben 338.521 persone decedute. Seguono la Nigeria con 98.102 morti, l’Indonesia con 33.703, il Pakistan con 28.947 e l’Etiopia con 28.203.

Dall’analisi emerge chiaramente che nei Paesi a basso reddito, l’acqua non sicura è responsabile del doppio dei decessi rispetto a quelli registrati nei Paesi più ricchi per la stessa causa.

I paesi senza acqua potabile nel mondo

In base al rapporto The State of the World’s Drinking Water pubblicato da Oms, Unicef e Banca Mondiale, negli ultimi 20 anni la popolazione che può accedere all’acqua potabile nel mondo è aumentata del 53%, passando da da 3,8 miliardi a 5,8 miliardi di persone. Nonostante i progressi compiuti, persistono importanti disparità geografiche nell’accesso alle fonti di acqua sicura, e ben 2 miliardi di persone sono ancora penalizzate da questa situazione.

L’utilizzo di “acqua migliorata”, cioè proveniente da fonti potenzialmente sicure come pozzi tubolari, trivellazioni, scavi protetti, acqua consegnata o confezionata, non garantisce che l’acqua sia davvero sicura, ma aumenta le probabilità che sia evitato il contatto con gli escrementi umani.

I Paesi senza acqua potabile sono quelli dove le condizioni climatiche sono più estreme e dove le infrastrutture idriche sono assenti o insufficienti. Come già accennato, la regione del mondo in cui questa situazione è più evidente è l’Africa subsahariana, in particolare in:

  • Niger;
  • Ciad;
  • Etiopia;
  • Eritrea;
  • Somalia;
  • Repubblica Domenicana del Congo;
  • Uganda;
  • Angola;

Anche l’Africa orientale e il Corno d’Africa affrontano periodi molto difficili, a causa di siccità prolungate, aggravate dagli effetti del cambiamento climatico. La carenza di acqua pulita costringe le persone a utilizzare acqua sporca di laghi e fiumi che è spesso contaminata da virus e batteri che possono essere causa di malattie gravi, anche mortali.  Inoltre il consumo di acqua sporca aggrava le condizioni di chi soffre di malnutrizione che, nei bambini, è una tra le principali cause del ritardo nella crescita.

All’interno degli stessi Paesi, poi, si registrano notevoli disparità nell’accesso all’acqua: le persone che vivono nelle zone rurali, infatti, sono maggiormente penalizzate rispetto ai residenti delle aree urbane.

Quali sono le possibili soluzioni?

L’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) 6.1 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite mira a garantire l’accesso universale ed equo all’acqua potabile, sicura ed economica per tutti. Oggi, infatti, questo diritto è assicurato solo a tre quarti della popolazione mondiale.

Nonostante i progressi fatti, è necessario sottolineare la lentezza degli interventi attuati, che rendono difficile, se non impossibile, raggiungere l’obiettivo di accesso universale all’acqua potabile entro la scadenza del 2030.

L’impegno dei governi, la cooperazione internazionale, l’aumento degli investimenti nel settore idrico e lo sviluppo di nuove tecnologie sono tutti fattori determinanti che, combinati insieme, potranno in futuro garantire l’accesso all’acqua potabile sicura per tutti.

Nel frattempo, è fondamentale intervenire in soccorso delle popolazioni a cui questo diritto non è ancora garantito. Dal 2023 ad oggi, noi di Azione Contro la Fame siamo riusciti a portare acqua a oltre 6,8 milioni di persone grazie al nostro programma WASH (Water, Sanitation and Hygiene).

In numerose situazioni di emergenza, ultima quella che ha colpito la Striscia di Gaza, siamo intervenuti per sostenere la popolazione locale portando acqua potabile con cisterne o serbatoi.

Nei Paesi in cui l’acqua potabile è scarsa, mettiamo in atto qualsiasi misura necessaria per portare la risorsa nei villaggi e nei centri sanitari, ricorrendo anche a soluzioni tecnologiche e innovative come il sistema Smart Water Tap, un distributore automatico di acqua che funziona a energia solare.

Parallelamente, i nostri operatori distribuiscono kit igienici e sensibilizzano la popolazione sulle pratiche igieniche di base, spiegando l’importanza di adottare comportamenti quotidiani per garantire la salute e prevenire malattie.

La storia di Halima ci insegna che intervenire tempestivamente può essere risolutivo. Halima vive in Somalia, un Paese dove si verificano spesso periodi di grave siccità. Quando sua madre l’ha condotta presso il nostro Centro Salute e Nutrizione, la piccola era affetta da una forma di malnutrizione acuta grave che è stata curata con latte terapeutico e alimenti terapeutici pronti all’uso. Per evitare che Halima e il suo fratellino possano ammalarsi di nuovo, abbiamo inserito la loro mamma nel nostro programma di sussidi mensili per consentirle di acquistare cibi nutrienti e beni di prima necessità.

Con una donazione, anche tu puoi sostenere la nostra causa permettendoci di portare acqua pulita in situazioni di emergenza o nei Paesi che ne sono privi.

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