Perché esiste ancora la fame nel mondoPerché esiste ancora la fame nel mondo

Perché la fame nel mondo esiste ancora nel 2023?

4 Ottobre 2022

Oggi, oltre 820 milioni di persone soffrono la fame nel mondo, ovvero 1 persona su 9: molto più di tutta la popolazione Europea!

Negli anni scorsi, il numero di persone che colpite dalla fame è aumentato, cancellando tutti gli sforzi passati.

Perché, quindi, la fame esiste ancora nel 2023?

La fame sta aumentando. Milioni di bambini e famiglie non hanno di che sfamarsi, in Italia e nel mondo.

Eppure, il Pianeta produce cibo a sufficienza per tutti: un’ingiustizia ancor più inaccettabile!

Le Nazioni Unite stimano che, se non ci saranno cambiamenti radicali entro il 2080, 600 milioni di persone in più soffriranno la fame. Perciò, è imperativo continuare i nostri sforzi di solidarietà collettiva e supportare sempre maggiori riforme politiche.

Le donne e i bambini sotto i 5 anni sono coloro maggiormente colpiti dalla fame, specialmente se appartenenti alla popolazione rurale. È essenziale rivedere il sistema alimentare mondiale.

Se vogliamo garantire un mondo sostenibile per tutti raggiungendo gli SDGs entro il 2030 come annunciato dalle Nazioni Unite, i leader mondiali devono incoraggiare il cambiamento globale cogliendo le occasioni di eventi politici quali il G7.

Le principali cause della fame sono i conflitti, le disuguaglianze e i cambiamenti climatici, e sono tutte interconnesse.

I conflitti e la fame come arma di guerra

Oggi nel mondo 117 milioni di persone soffrono la fame a causa della guerra. Di tutte le persone che vivono in paesi in crisi alimentare, l’85% vive in zone affette da conflitti. La maggior parte di loro vive nei seguenti Paesi: Afghanistan, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria e Yemen.

La maggior parte di queste Nazioni sono attualmente in una situazione di conflitto oppure stanno ancora subendo le conseguenze dei conflitti passati.

Oggi, la fame è utilizzata come arma di guerra in molti Paesi. Affamare la popolazione, avvelenare i pozzi, bruciare i campi: questi metodi sono utilizzati per schiavizzare le popolazioni.

La risoluzione 2417 promossa dalle Nazioni Unite condanna l’uso della fame come arma di guerra.

I conflitti possono manifestarsi a causa di un accesso iniquo alle risorse ma anche da massicce migrazioni di popoli costretti a fuggire da conflitti, povertà o cambiamenti climatici.

Le disuguaglianze economiche e di genere

L’accesso alle risorse di base necessarie per la sopravvivenza – acqua, terreni, istruzione, salute – è iniquo nel mondo.

Anche oggi, milioni di persone non hanno acqua corrente, mentre infezioni causate dall’acqua contaminata sono tra le prime cause di malnutrizione.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che il 50% dei casi di malnutrizione infantile sono direttamente riconducibili al consumo di acqua non pulita e alla scarsità di servizi igienici di base.

Per combattere la fame in modo efficace e sostenibile, è essenziale garantire l’SDG numero 6: accesso all’acqua per tutti.

Anche l’uguaglianza di genere gioca un ruolo importante nella lotta contro la fame. Le donne sono un attore fondamentale in questa battaglia ma devono affrontare discriminazioni sistematiche in molte aree del mondo.

Nel mondo, le donne non hanno un equo accesso alla terra e agli strumenti finanziari per autodeterminarsi. Sono costrette in matrimoni forzati e troppo spesso si vedono negato l’accesso a un’istruzione vera e propria, restando intrappolate nel circolo vizioso della povertà.

Se donne e uomini avessero accesso equo alla terra, la fame potrebbe ridursi del 12-17%. Le donne sono più facilmente affette dai cambiamenti climatici, dalle migrazioni forzate e dai conflitti.

Cambiamenti climatici e le migrazioni forzate

Negli ultimi 10 anni, i disastri climatici hanno colpito in media 16 milioni di persone. Tempeste, inondazioni, siccità: ogni anno, queste calamità riducono migliaia di persone alla vulnerabilità.

Dopo aver subito un disastro naturale, le persone si vedono sottratte della propria terra, del proprio reddito e delle proprie abitazioni.

I pericoli climatici costringono le popolazioni a fuggire e cercare rifugio in altri Paesi, oppure a cercare altre risorse, il ché può portare a conflitti laddove l’accesso a tali risorse risulti insufficiente e debba essere condiviso.

Incoraggiamo la creazione di orti giardino, promuoviamo pratiche agricole come l’agro forestazione o l’agroecologia e banche dei semi formando le comunità o fornendo loro tutti i materiali necessari.

Senza un ambiente protetto e sostenibile, tutti i nostri sforzi congiunti contro la fame risulteranno compromessi.

Con il tuo aiuto potrai fare la differenza nella vita di migliaia di bambini e famiglie.

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