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Repubblica Democratica del Congo: situazione umanitaria allarmante

25 Gennaio 2023

I NOSTRI OPERATORI SONO SUL CAMPO, IN AIUTO DELLE COMUNITA' PIU' VULNERABILI NELLA REGIONE DI ITURI.

LA SITUAZIONE NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

Negli ultimi giorni, nella Repubblica DemocraticA del Congo, la situazione interna, già instabile, è precipitata. Ciò ha portato a un livello di tensione politica e militare che non si registrava da decenni.

Siamo presenti sul campo e ci stiamo preparando a rispondere ai bisogni, nonostante l’accesso alle persone vulnerabili sia reso particolarmente difficile dall’escalation di violenza.

Nel territorio di Djugu, dove Azione Contro la Fame lavora dal 2018, dall’8 gennaio sono aumentati gli attacchi ai villaggi e 28.000 persone si sono rifugiate nel sito per sfollati di Rhoe, che ora ospita complessivamente 70.000 persone.

Eppure, anche i campi per sfollati hanno subito attacchi mortali e gli operatori umanitari hanno dovuto essere evacuati perché la sicurezza non poteva più essere garantita.

“In questi campi, dove le condizioni di vita sono già terribili, è indispensabile che il lavoro degli operatori umanitari possa continuare, perché l’arrivo di nuovi sfollati metterà sotto pressione le strutture sanitarie e aumenterà il rischio di epidemie”, spiega Giovanni Sciolto, direttore di Azione Contro la Fame nella Repubblica Democratica del Cong

L'INTERVENTO DI Azione Contro la Fame

Condanniamo fermamente le violenze contro i civili nella regione dell’Ituri, che hanno portato a un significativo aumento dei bisogni umanitari in un’area che conta già più di 1,5 milioni di sfollati.

A causa della grave situazione di instabilità e violenza diffusa, un’équipe di Azione Contro la Fame è stata inviata in aereo per valutare i bisogni dei nuovi arrivati nei campi sfollati della regione.

“L’insicurezza delle strade sta rallentando il trasporto dei materiali per la fornitura di acqua potabile e la costruzione di latrine per la popolazione sfollata e ci impedisce anche di accedere ai villaggi delle diverse comunità, dove i bisogni rimangono molto elevati”, aggiunge Giovanni Sciolto.

IL NOSTRO APPELLO

Esprimiamo forte preoccupazione per l’escalation di violenza e chiediamo una risoluzione pacifica dei conflitti intercomunitari in corso. 

È imperativo che tutte le parti in conflitto rispettino la popolazione civile e l’accesso degli operatori umanitari alle persone più vulnerabili, in conformità con il diritto internazionale umanitario.

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