Come intervenire quando le colture sono messe a rischio dai cambiamenti climatici
Patate, mais, cacao e caffè sono solo alcune delle colture a rischio a causa dei cambiamenti climatici. L’innalzamento delle temperature e l’intensificarsi di eventi climatici estremi stanno mettendo in seria difficoltà la produzione agricola mondiale, con differenze ovviamente da Paese a Paese.
Non tutte le colture, infatti, sono a rischio allo stesso modo. Se in alcune regioni gli esperti prevedono una diminuzione complessiva della resa agricola a causa del riscaldamento globale, in altre aree le variazioni delle precipitazioni e gli eventi meteorologici estremi potrebbero portare a un aumento della resa di altre colture. Ad esempio, uno studio del 2019 dell’Università del Minnesota ha scoperto che la produzione di riso e grano è già in calo, mentre i raccolti di sorgo, che è più resistente alla siccità, sono aumentati nello stesso periodo.
Affrontare questo problema richiede un’azione mirata: per ogni Paese bisognerebbe individuare nuove coltivazioni agricole capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici in corso, in base agli eventi climatici che lo colpiscono.
Un intervento tempestivo potrebbe scongiurare l’ampliarsi della povertà, specialmente nei Paesi più vulnerabili, dove la sicurezza alimentare è già in serio pericolo poiché il sostentamento della popolazione dipende da poche produzioni.
Coltivazioni agricole: a rischio i Paesi più poveri
Coltivare la terra oggi è una sfida particolarmente difficile nei Paesi a bassa latitudine, come le regioni tropicali e subtropicali dell’Asia e dell’Africa. In queste aree, non sono solo le condizioni meteorologiche a influenzare la resa agricola e la sopravvivenza delle persone, ma anche una serie di fattori che amplificano il rischio di crisi alimentari.
Oltre ai sempre più frequenti periodi di siccità, l’aumento delle temperature favorisce la proliferazione di parassiti che attaccano i vari tipi di colture e sono responsabili della diffusione di malattie, che colpiscono soprattutto i soggetti affetti da malnutrizione.
Anche la conservazione del cibo può diventare più problematica poiché le temperature crescenti aumentano la probabilità che insetti o muffe distruggano le colture conservate all’aperto o in aree protette, ma non refrigerate.
La crisi climatica, inoltre, ha un impatto diretto sulla qualità del cibo. L’aumento del caldo e le elevate concentrazioni di CO2 nell’aria riducono i livelli di nutrienti presenti negli alimenti come ferro, zinco e proteine in colture vitali come soia, grano e riso. Questa carenza nutrizionale si traduce in un maggior rischio di malnutrizione per le persone il cui sostentamento dipende proprio da queste colture. Inoltre, la diminuzione della produzione porta a un aumento dei prezzi dei generi alimentari, penalizzando ulteriormente le famiglie più povere.
Vediamo quindi quali sono alcune colture a rischio a causa dei cambiamenti climatici e quali soluzioni si potrebbero adottare per garantire la sicurezza alimentare e proteggere le vite delle persone più fragili.
Le 8 principali colture a rischio a causa dei cambiamenti climatici
Alcune colture, più di altre, sono considerate di fondamentale importanza perché forniscono un reddito a milioni di piccoli agricoltori e al tempo stesso sono fonti vitali per miliardi di persone in tutto il mondo.
Eccone alcune la cui coltivazione è oggi messa a rischio dal riscaldamento globale e che, nel prossimo futuro, sarà necessario sostituire con nuove piantagioni agricole.
1. MAIS
La produzione globale di mais subirà una riduzione già a partire dal 2030. Secondo uno studio della NASA pubblicato sulla rivista Nature Food, nei prossimi anni si prevede una diminuzione dei raccolti pari al 24%.
I piccoli agricoltori dipendono in particolar modo dalle piogge regolari per coltivare il mais, e i cambiamenti climatici stanno già alterando i normali livelli di precipitazioni. In Paesi come il Mozambico, dove il mais è coltivato principalmente per il consumo locale, le conseguenze potrebbero essere particolarmente gravi, minando la sicurezza alimentare di milioni di persone.
2. GRANO
In base al già citato studio della Nasa, la produzione del grano potrebbe vedere un aumento delle rese del 17% nelle latitudini più elevate, a condizione che le precipitazioni siano sufficienti.
In aree più vulnerabili come India, America Centrale e Africa, le rese potrebbero diminuire. Poiché l’India produce il 14% del grano mondiale, la riduzione della produzione nelle regioni di coltivazione più calde e secche avrà un impatto significativo sulle famiglie di agricoltori indiani e su milioni di persone che dipendono dal grano.
3. RISO
Il riso è l’alimento base della dieta di miliardi di persone al mondo. Tuttavia, il cambiamento climatico potrebbe comprometterne significativamente la produzione, con una diminuzione di oltre il 5,5% se le temperature aumentassero di 1,5 gradi. Alcune stime prevedono che la resa potrebbe diminuire addirittura dell’11% entro il 2050. Gli agricoltori in tutta l’Asia, comprese le aree più popolose come Cina, India e Vietnam, e in Africa, dove la Nigeria è il più grande produttore di riso del continente, saranno duramente colpiti.
Un significativo esempio arriva dall’India, il secondo maggior produttore mondiale di riso, che nel 2023 ha dovuto bloccare le esportazioni a causa delle ondate di calore e della scarsità di piogge, eventi estremi che hanno distrutto interi raccolti. Inoltre, i campi situati nelle aree costiere sono particolarmente vulnerabili all’innalzamento del livello del mare, che minaccia ulteriormente la produzione.
4. SOIA
La crescente popolarità della soia sta causando una deforestazione che contribuisce ad aumentare i livelli di carbonio. Questa tendenza è particolarmente evidente in Sud America, dove gli agricoltori stanno intensificando la produzione di soia per esportarla all’estero.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sulle rese della soia sono complessi e variegati: alcuni studi hanno dimostrato che le piante di soia rispondono positivamente a concentrazioni più elevate di CO2 nell’aria, il che potrebbe temporaneamente favorirne la produzione. Inoltre, l’adozione della rotazione delle colture – ad esempio alternando la soia con il grano o il mais – può contribuire a migliorare la resa. Una ricerca dell’Università del Minnesota ha evidenziato che, nelle aree più fredde, la resa del mais è migliore se alternata a quella della soia, mentre nelle aree più calde è la soia a trarne vantaggio. Tuttavia, anche se i raccolti dovessero aumentare nel breve periodo, la maggior parte degli scienziati prevede una riduzione della resa nel lungo periodo, man mano che lo stress termico e idrico si intensificano.
5. PATATE
La produzione globale di patate potrebbe subire un calo significativo entro il 2050, con una diminuzione stimata fino al 9%. Questo rischio è strettamente legato alla necessità delle patate di disporre di un costante approvvigionamento idrico durante il ciclo di crescita, il che ridurrà il numero di aree adatte alla coltivazione. In particolare, le regioni in cui la coltivazione delle patate dipende dallo scioglimento delle nevi montane, come l’Idaho, o da una stagione delle piogge regolare, come la Bolivia, gli agricoltori dovranno adattarsi o investire nell’irrigazione per mantenere la produzione.
6. BANANE E PLATANI
Questi prodotti molto simili tra loro sono coltivati nei tropici per la vendita o come fonte di sostentamento locale. Gli studi hanno scoperto che, a causa dell’aumento delle temperature negli ultimi 20 anni, la produzione di platano è diminuita del 43%. A minacciare la produzione delle banane, invece, è la diffusione di malattie delle piante, come quelle che provocano macchie nere, che possono diffondersi in modo più ampio e rapido a causa delle temperature più elevate. Tuttavia, i cambiamenti climatici previsti potrebbero anche portare ad un aumento delle terre adatte alla coltivazione di banane e platani entro il 2070.
7. CACAO
Entro il 2050, la produzione di cacao potrebbe subire una drastica diminuzione a causa dei cambiamenti climatici. La metà del cacao mondiale proviene da paesi come Costa d’Avorio e Ghana, in Africa occidentale, dove già si registrano piogge irregolari e venti caldi.
I chicchi di cacao crescono bene solo in condizioni di temperatura costante, clima umido e precipitazioni regolari. L’aumento delle temperature sta spingendo la produzione di cacao verso altitudini più elevate, dove c’è meno terra, o dove la coltivazione richiede una maggiore deforestazione. Questo scenario rappresenta una minaccia diretta non solo per l’ambiente, ma anche per le comunità che dipendono da questa coltura per il loro sostentamento.
8. CaffÈ
Anche le coltivazioni di caffè sono minacciate dall’innalzamento delle temperature. Nei principali Paesi esportatori, la filiera del caffè è fonte di sostentamento per una grande fetta della popolazione che è coinvolta nella coltivazione, nella lavorazione e nel commercio del prodotto Il riscaldamento globale mette a rischio questi posti di lavoro e l’intero settore. L’Etiopia, che è il principale produttore di caffè dell’Africa, potrebbe perdere potenzialmente il 25% delle sue rese di caffè entro il 2030.
La soluzione? Individuare nuove colture da reddito
Nei Paesi più poveri, i cambiamenti climatici stanno mettendo in serio pericolo la sicurezza alimentare di milioni di persone, già vulnerabili alla fame e alla malnutrizione. Secondo la Banca Mondiale, il numero di persone che vivono in povertà estrema potrebbe aumentare fino a 122 milioni a causa di questi impatti.
Il momento giusto per intervenire è ora. Le strategie da mettere in atto per affrontare i cambiamenti climatici possono essere diverse: gli agricoltori potrebbero adottare la rotazione delle colture oppure orientarsi verso nuove coltivazioni, prediligendo varietà innovative e resilienti.
Purtroppo, non è possibile definire una soluzione universale: ogni intervento deve essere adattato alle caratteristiche climatiche specifiche di ciascun Paese, tenendo conto dei cambiamenti climatici cui potrebbe essere soggetta la zona nel futuro.
L’impegno di Azione Contro la Fame per tutelare le popolazioni vulnerabili
Per rispondere alla crisi climatica e sostenere le popolazioni più vulnerabili, noi di Azione Contro la Fame stiamo mettendo in atto diverse iniziative in molti Paesi.
Abbiamo avviato progetti mirati a promuovere colture innovative e resilienti ai cambiamenti climatici, aiutando gli agricoltori a individuare i prodotti che meglio si adattano ai nuovi scenari climatici. Il nostro obiettivo è supportare la scelta di nuove colture agricole che siano redditizie e che rappresentino una buona fonte di nutrimento per le famiglie.
In Zambia, ad esempio, abbiamo insegnato a 1.280 agricoltori, che si trovano ad affrontare la siccità, come coltivare il fagiolo nero, una pianta che prospera anche in condizioni di scarsità d’acqua. In Sudan, devastato dalle alluvioni, abbiamo promosso la coltivazione del riso in acqua, una soluzione adatta alle circostanze locali.
Se condividi il nostro impegno, puoi aiutarci a sostenere le comunità vulnerabili effettuando una donazione singola o regolare, oppure puoi acquistare un regalo solidale digitale o devolvere il tuo 5×1000 ad Azione Contro la Fame.