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Le disuguaglianze di genere causano la fameLe disuguaglianze di genere causano la fame

Empowerment femminile

Le disuguaglianze di genere sono cause fondamentali della fame

Le disuguaglianze di genere sono cause fondamentali della fame e fanno sì che le donne mangino spesso per ultime e meno, avendo meno accesso alle risorse, all’istruzione e alla rappresentanza politica.

La pandemia di COVID-19 ha, di fatto, esacerbato questa causa strutturale della fame e la necessità di affrontarla è diventata più urgente che mai.

Azione Contro la Fame si impegna per l’uguaglianza di genere attraverso programmi che mirano all’empowerment femminile, utili per rendere le donne centrali nel progetto di liberare il mondo dalla fame.

Il nostro intervento

L’organizzazione ha fatto di questa sfida una parte importante del proprio operato: i nostri programmi non solo affrontano la fame e la malnutrizione con l’obiettivo di rimuovere le loro cause strutturali, ma lavorano anche per colmare il divario di genere con un impatto duraturo, allo scopo di rendere le mamme e le donne consapevoli del proprio ruolo centrale all’interno della comunità.

Empowerment femminile - disuguaglianze di genere

Le attività che mirano all’empowerment femminile sono centrali in tutte le nostre politiche e pratiche, sia interne che esterne. Siamo impegnati, ogni giorno, con l’obiettivo di costruire la capacità del nostro staff e dei nostri partner di integrare, sempre di più, interventi attivi che migliorino le condizioni delle donne adottando una programmazione trasformativa.

D’altra parte, ci impegniamo a sostenere i diritti di tutte le donne, gli uomini, le ragazze, i ragazzi e le persone di diversa abilità, genere e identità sia all’interno della nostra organizzazione, sia nelle comunità con cui lavoriamo, destinando molte risorse al tema dell’inclusione.

donne contro la fame, nel mondo

GUATEMALA

María Josefina Roque appartiene al gruppo etnico Maya Chortí, molto punito dalla storia. Di fronte a un ecosistema sociale fortemente patriarcale, si può dire che Josefina è una pioniera nel suo vicinato e un’eroina universale. Lei per prima nella sua comunità – La Ceiba Talquezal in Jocotán – ha superato le barriere del machismo diffuso e dell’analfabetismo cui tutti, e in particolare le donne, erano da sempre condannati. María Josefina è diventata la segretaria della banca delle sementi del suo distretto, un progetto di Azione Contro la Fame che cerca di variare la dieta delle famiglie e stabilizzare i prezzi. 

niger

Maryam Abouacar, psicologa infantile, negli ultimi anni ha trattato 4.500 casi di malnutrizione acuta al Centro di riabilitazione nutrizionale di Mayahi fondato da Azione Contro la Fame, che continua a potenziare il suo intervento nel Paese assicurando aiuti sanitari e alimentari. 

Il suo obiettivo è rompere le barriere culturali, incoraggiare la pianificazione familiare ma soprattutto rafforzare il legame mamma-bambino, che spesso si deteriora dopo il ricovero in ospedale per via dell’allontanamento fisico. 

Filippine

Johaira Macaombao fuggì da Marawi quando iniziò l’assedio nel maggio 2017“Abbiamo passato 8 mesi molto duri, mangiando solo riso. Quando la guerra è finita, ci è stato concesso di tornare a casa nostra, ma l’abbiamo ritrovata completamente saccheggiata. In più, non avevamo alcun mezzo di sostentamento.”

L’assedio ha lasciato un segno indelebile su Johaira e i suoi figli: “i gemelli soffrivano di malnutrizione acuta e la bimba di malnutrizione moderata”.
Dopo le cure a base di Cibo terapeutico, i figli di Johaira stanno bene. “Spero di poter tornare presto alla nostra vita precedente, quando guadagnavo abbastanza per sfamare i miei figli.”

MALI

Hawa Koulibali è un’Operatrice Sanitaria di Comunità a Kourougue, Mali. Lavora per aiutare gli uomini, le donne e i bambini del suo villaggio. “Prima che arrivasse Hawa, c’era tanta sofferenza. Morivano molti bambini. Adesso i nostri figli si ammalano di meno” dicono i suoi compaesani.

Il lavoro di Hawa nelle comunità più remote è fondamentale: “Già il mio primo giorno qui, salvai la vita di un bambino”. I genitori non sanno riconoscere i segnali della malnutrizione e spesso non hanno le risorse per portare i loro figli in ospedale. Alcuni villaggi distano più di 200 km dal centro sanitario più vicino. Ora, grazie ad Hawa, è possibile diagnosticare e curare la malnutrizione direttamente nei villaggi.

gaza

Hanaa, 35 anni e madre di sei figli, è l’unica a provvedere economicamente alla famiglia da quando suo marito ha perso il lavoro in Israele durante la seconda Intifada nel 2001. Gli scontri ricorrenti a Gaza hanno segnato anche la sorella più giovane, la 25enne Wafaa: nel 2014 il piccolo laboratorio di cucito che aveva creato in casa per sostenere i suoi studi universitari è stato distrutto. Attraverso il progetto di impreditoria femminile le sorelle hanno iniziato a lavorare insieme: “Il corso di formazione ci ha mostrato come gestire un’impresa.” sorride Wafaa.

“Durante il corso di Azione Contro la Fame ho incontrato donne vittime di violenze domestiche. Sogno di avere un giorno una piccola fabbrica gestita da donne che hanno vissuto queste problematiche“.

operatrici di comunità

Una delle strategie più innovative ed efficaci di Azione Contro la Fame per combattere la malnutrizione è proprio quella di formare Operatori sanitari di comunità e volontari, la maggior parte dei quali sono donne. Queste donne visitano le case nei loro villaggi, controllando la salute di bambine, bambini e madri.

Se necessario, forniscono cure per malattie potenzialmente letali, tra cui malaria, polmonite e malnutrizione. Oltre a effettuare gli interventi più urgenti, le operatrici sanitarie di comunità formano anche gli adulti e le madri in primis, sui principali problemi di salute, tra cui nutrizione e igiene, aiutandoli a comprendere le malattie che i loro bambini affrontano e come prevenirli in futuro.

A partire da una singola Operatrice sanitaria di comunità, il cambiamento si diffonde: da madre a figlio, tra vicini di casa, da villaggio a villaggio.

donne contro la fame: testimonianze

Storie di donne che lottano contro la fame attraverso le loro parole: Kavita, Trésor e Mahajabin. La loro voce è una testimonianza preziosa e parla alle donne, agli uomini e ai leader politici di tutto il mondo.

Trésor, avvocatessa in difesa dei diritti

Trésor è avvocatessa a N’Djamena, in Ciad: ex beneficiaria di Azione Contro la Fame, ora lavora in un’organizzazione di avvocatesse. È responsabile delle vittime di violenza di genere e le aiuta a ottenere giustizia. 

kavita, operatrice

In India, Kavita collabora con Azione Contro la Fame da molti anni. Ogni giorno Kavita e molte altre donne come lei prevengono, curano e individuano i bambini denutriti in uno dei Paesi con i più alti tassi di malnutrizione, l’India. La sua vita consiste nel guidare la sua bicicletta in tutta la sua regione per raggiungere comunità isolate che non hanno accesso a strutture di cura. 

Mahajabin, ACF

Mahajabin è una nostra collega in Bangladesh. Ogni giorno guida la sua motocicletta, infrangendo gli stereotipi di genere. A Dacca, la capitale del Paese, una donna in moto non è ben vista. Ogni giorno Mahajabin deve sopportare insulti, commenti fastidiosi, domande e intimidazioni. Niente di tutto ciò l’ha mai fermata.

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