Haiti, Mali, Sudan, Sud Sudan e Territori Palestinesi Occupati sono i paesi in cui si soffre di più la fame con i più alti tassi di insicurezza alimentare. Dobbiamo agire ora per evitare la catastrofe.
La fame nel mondo
Nel mondo, oltre 733 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare acuta, circa 1 persona su 11. I conflitti, la situazione economica globale e i cambiamenti climatici spingono, infatti, sempre più comunità verso una grave crisi di fame.
Questo è ciò che emerge dal rapporto SOFI 2024 e dall’ultimo report Hunger Hotspot delle Nazioni Unite, che indica Haiti, Mali, Sudan, Sud Sudan e Territori Palestinesi Occupati come i Paesi in cui si soffre di più la fame.
I conflitti rimangono la principale causa di fame in tutto il mondo, poiché interrompono o limitano l’accesso ai mercati globali, riducendo ulteriormente le possibilità di accedere al cibo.
Anche le condizioni metereologiche estreme come piogge estreme, siccità e cicloni, intensificate dai cambiamenti climatici, stanno avendo un impatto disastroso sulla produzione agricola, portando alla distruzione dei raccolti.
Inoltre, in molti Paesi, l’inflazione sta causando un aumento dei prezzi dei beni di prima necessità come cibo, energia e trasporti, aggravando ulteriormente la condizione delle popolazioni già in difficoltà
Dove si soffre la fame
HAITI
L’escalation di violenza e la lunga crisi economica hanno fatto sì che Haiti si aggiungesse all’elenco dei Paesi con il più alto rischio di fame.
Le continue piogge, l’aumento degli uragani e le alte temperature peggiorano notevolmente i livelli già critici di malnutrizione. Inoltre, le alte temperature causano un aumento delle infestazioni di parassiti che, uniti ai disastri ambientali causati dai cambiamenti climatici, possono distruggere interi settori agricoli, portando a una potenziale catastrofe.
Il nostro intervento ad Haiti
Noi di Azione contro la Fame lavoriamo ad Haiti dal 1985. Abbiamo fornito cibo, sostenuto gli operatori sanitari e contribuito a rafforzare la capacità della comunità di affrontare e trattare la malnutrizione acuta soprattutto tra i bambini e tra le madri in gravidanza e in allattamento.
MALI
In Mali, dalla fine del 2023, oltre 350.000 persone sono fuggite dalle proprie case a causa del conflitto in corso. I gruppi armati e l’escalation di violenza continuano a creare blocchi, causando enormi difficoltà nel trasportare il cibo ai mercati locali e a portare gli aiuti a chi ne ha bisogno.
A causa della situazione, sempre più persone si trovano ad affrontare livelli critici di insicurezza alimentare. Si prevede che, entro la fine dell’anno, oltre 1,4 milioni di bambini sotto i 5 anni saranno gravemente malnutriti.
Il nostro intervento in Mali
Noi di Azione contro la Fame siamo operativi in Mali dal 1996. Forniamo cibo, acqua pulita, kit igienici e servizi igienici sicuri alle comunità più vulnerabili. Inoltre, continuiamo a fornire servizi sanitari attraverso le nostre cliniche mobili e offriamo supporto psicologico alle persone colpite dal conflitto. Le nostre équipe sanitarie mobili si recano anche nelle comunità remote che hanno difficoltà ad accedere ai servizi medici, per assicurarsi che nessuno venga lasciato indietro.
Sudan
L’impatto devastante del conflitto continua a farsi sentire in Sudan. Dall’inizio degli scontri, nell’aprile 2023, quasi 7 milioni di persone risultano sfollate all’interno del Paese e quasi 2 milioni di persone hanno cercato rifugio nei paesi vicini.
I saccheggi e la distruzione delle infrastrutture hanno influito negativamente sulla produzione e sulla disponibilità di cibo, aggravando la già critica insicurezza alimentare. Il Sudan, infatti, dipende sempre di più dalle importazioni di cibo, ma l’inflazione e le crisi economiche hanno portato ad un aumento dei costi e una riduzione delle disponibilità. In questo modo, la crisi alimentare si è pericolosamente aggravata. Data la situazione, si stima che oltre 3,7 milioni di bambini siano malnutriti, il 22% in più rispetto allo scorso anno.
Il nostro intervento in Sudan
Noi di Azione contro la Fame lavoriamo in Sudan dal 2018. Nel 2022 abbiamo aiutato i rifugiati che vivono nelle regioni più vulnerabili attraverso i nostri interventi ideati per prevedere, prevenire e curare la fame e la malnutrizione. Abbiamo sostenuto i sistemi sanitari locali, somministrando vaccinazioni e sottoponendo un numero sempre maggiore di bambini a screening per la malnutrizione.
Abbiamo anche contribuito a introdurre dei sistemi di allerta precoce per i disastri ambientali, al fine di aiutare le comunità locali ad adattarsi meglio alle condizioni meteorologiche instabili ed estreme causate dai cambiamenti climatici.
Sud Sudan
Nei primi sei mesi del 2024, circa 80.000 persone in Sud Sudan hanno dovuto affrontare livelli catastrofici di insicurezza alimentare acuta, quasi il doppio rispetto al 2023. I prezzi elevati e la produzione insufficiente hanno causato, infatti, una drammatica diminuzione del cibo disponibile.
Entro la fine dell’anno, si prevede che oltre 1,6 milioni di bambini sotto i cinque anni e quasi 900.000 donne in gravidanza e in allattamento saranno gravemente malnutriti. Inoltre, circa 820.000 rifugiati entreranno nel Paese, molti dei quali provenienti dal Sudan. La mancanza di risorse per sostenere il crescente numero di rifugiati aumenterà significativamente l’insicurezza alimentare in tutto il Paese.
Il nostro intervento in Sud Sudan
Noi di Azione contro la fame siamo presenti in Sud Sudan dal 1985, spesso come l’unica organizzazione in grado di fornire servizi sanitari e nutrizionali salvavita nelle regioni più remote del Paese.
Abbiamo formato oltre 5000 agricoltori e fornito loro gli strumenti necessari per coltivare colture nutrienti, contribuendo così alla sicurezza alimentare delle loro famiglie. Inoltre, continuiamo a curare i bambini malnutriti e a sostenere le donne incinte e in allattamento. Distribuiamo cesti di cibo alle famiglie colpite da disastri ambientali, come le inondazioni, e facilitiamo l’accesso all’acqua potabile, a condizioni igieniche adeguate e a servizi igienici sicuri.
Territori Palestinesi Occupati
Nei Territori Palestinesi Occupati, oltre 1 milione di persone – metà della popolazione di Gaza – rischia di morire di fame. Il conflitto in corso sta avendo conseguenze devastanti sulla popolazione, causando un numero enorme di vittime e sfollando ripetutamente innumerevoli persone dalle proprie case.
Il blocco quasi totale a Gaza impedisce l’ingresso degli aiuti umanitari, limitando gravemente la consegna di beni essenziali salvavita come cibo, carburante e acqua. Ciò peggiora ulteriormente la situazione, aumentando il rischio di una carestia imminente.
Il nostro intervento nei Territori Palestinesi Occupati
Noi di Azione contro la Fame lavoriamo a Gaza dal 2005 e in Cisgiordania dal 2002, quindi abbiamo potuto subito rispondere prontamente all’emergenza iniziata il 7 ottobre 2023. Da allora abbiamo raggiunto oltre 837.000 persone, di cui oltre 709.000 attraverso programmi di rifornimento di acqua, di accesso ai servizi igienici e ai servizi sanitari.
A Gaza, le nostre squadre di emergenza hanno lavorato instancabilmente per distribuire pasti caldi e kit igienici, fornire integratori alimentari a mamme e bambini, portare acqua pulita alle comunità e mettere in contatto le persone con i rifugi di emergenza.